«Ora tu sei musica», l’addio a Federico

GRADISCA. «Grazie Federico per la tua musica e la tua voce. Ora tu sei musica, per sempre». Questo uno dei saluti più toccanti che hanno caratterizzato i funerali di Federico Castellani, il 38enne tenore e violinista gradiscano tragicamente strappato alla vita e agli affetti più cari da una caduta in montagna, sullo Jof Fuart, in Val Saisera. La chiesa di Santo Spirito, nel rione gradiscano del Mercaduzzo, a fatica è riuscita a contenere il fiume di amici che il giovane aveva in tutta la regione, e i tanti concittadini che hanno voluto manifestare vicinanza ai suoi genitori, Marino ed Ileana, visibilmente provati da un lutto inspiegabile, crudele. Tanti, tantissimi i volti rigati dalle lacrime.
Il rito funebre è stato concelebrato dal parroco di Gradisca, don Maurizio Qualizza, e da tanti sacerdoti provenienti dalle Diocesi di Gorizia, Trieste ed Udine, dove Castellani si è spesso esibito in concerti di musica sacra con i tanti progetti musicali dei quali faceva parte. Hanno fatto vibrare di fede e commozione la chiesa di Santo Spirito gli amici musicisti del gruppo Sicut in Caelo di Trieste e le voci dei gruppi corali "Città di Gradisca", "Corale del Friuli Venezia Giulia", "Renato Portelli" di Mariano del Friuli, "Coràl di Lusinìs", "Gialuth" di Roveredo in Piano. Anche musicisti della Filarmonica di Monfalcone e della Società Filarmonica "Sant'Apollinare" di Trieste hanno omaggiato Castellani.
Sentite e profonde anche le parole di commiato lette dal presidente della Corale di Gradisca, Daniela Snidersig: «Cantare assieme è vivere assieme, condividere gioie e dolori, conoscersi l'un l'altro. Avremmo voluto cantare con te, come sempre, e invece oggi abbiamo cantato per te, con voce rotta. Ci sentiamo svuotati ora che non potremo condividere la tua fondamentale presenza, il tuo prezioso aiuto e i tuoi goliardici e liberatori post concerto. In quell'angolo di cielo che per un attimo si è offuscato brillerà sempre per noi la luce della tua persona». Nella sua omelia don Qualizza ha ricordato come Federico, che aveva prestato la sua voce e il suo talento di violinista anche al coro parrocchiale, desse sempre «l'impressione di essere quasi un tutt'uno con il suo strumento, in una simbiosi che era artistica ma anche spirituale. Un ragazzo - ha proseguito il sacerdote - che era riuscito a far fruttare i propri talenti, vivendo con pienezza. La sua morte ci provoca grandi interrogativi, in particolare ai genitori che vivono la crudele esperienza di salutare il proprio figlio che tanto hanno amato: ma la fede ci dice che lui è sempre con noi. Anche se invisibile, le tracce di ciò che lasciato a quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e volergli bene sono indelebili».
Subito dopo il rito funebre la salma di Federico Castellani è stata condotta a Cervignano del Friuli per la cremazione, così come disposto dai familiari. Le spoglie del musicista trentottenne saranno quindi inumate nella tomba di famiglia nel cimitero di Farra d'Isonzo, oggi alle 14.
Luigi Murciano
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