Orrore in Austria, abusava delle figlie da 40 anni

Terribile scoperta nei sobborghi di Braunau, il paese di Hitler: l’orco, 81 anni, teneva le due sorelle segregate in case e le violentava. Ora è stato arrestato, ma si proclama innocente
epa02880139 An exterior view of the residence of a 80-year-old man from the district of Braunau, Upper Austria, who is suspected of having regularly sexually and physically abused his daugthers from 1970 until early May 2011. EPA/DANIEL SCHARINGER
epa02880139 An exterior view of the residence of a 80-year-old man from the district of Braunau, Upper Austria, who is suspected of having regularly sexually and physically abused his daugthers from 1970 until early May 2011. EPA/DANIEL SCHARINGER

LINZ L’inferno ha tanti luoghi. Uno è sicuramente quello di St. Peter am Hart, sobborgo di Braunau, la cittadina dell’Alta Austria al confine con la Baviera che tra l’altro diede i natali ad Adolf Hitler. È in questo paesino di 2.400 abitanti che ieri pomeriggio è venuta alla luce una storia sconvolgente. Un uomo di 81 anni ha abusato sessualmente per 41 delle sue due figlie, una delle quali già prima, quando andava alle elementari, era stata stuprata da un amico di famiglia. Ora hanno rispettivamente 53 e 45 anni e non sanno nulla del mondo e della vita vera.

La vita che conoscono è quella delimitata dal perimetro angusto della stanza della casa paterna, dove erano rimaste rinchiuse finora, costrette a dormire su una panca di legno. Anche la madre, deceduta tre anni fa, aveva subito violenze e percosse, incapace anche lei, come le figlie, di reagire, terrorizzata dalle minacce di morte che le venivano rivolte dal marito-padrone.

La vicenda, che ricorda molto quella di Amstetten – un altro padre-padrone tenne per 24 anni rinchiusa in una cantina-bunker la figlia avendo da lei 7 figli – è venuta alla luce per caso. In maggio il padre-orco di St. Peter, Gottfried W., aveva tentato nuovamente di abusare della figlia più anziana, che aveva però respinto l’assalto paterno. Il vecchio era così ruzzolato sul pavimento di casa, producendosi lesioni che gli avevano impedito di rialzarsi.

Anziché soccorrerlo, le figlie lo avevano lasciato a terra. Forse volevano vendicarsi di ciò che avevano subito in 41 anni, forse speravano di veder morire il loro aguzzino e di ritrovare così la libertà.

Due giorni dopo, però, era venuta in visita un’assistente sociale che aveva fatto immediatamente ricoverare il Gottfried W. Nei giorni e nelle settimane successive tutta l’indicibile storia è venuta gradualmente alla luce, suscitando lo sgomento di un paese dove tutti si conoscono ma dove, come in precedenza da Amstetten, tutti asseriscono di non essersi mai accorti di nulla.

L’”inferno” di St. Peter am Hart era inizio nel 1970. Le figlie di Gottfried hanno soltanto 12 e 4 anni, l’orco ne ha 40, un’età che gli consente di fare ciò che vuole delle bambine. L’affetto, la tenerezza, quello che normalmente si definirebbe amore paterno qui non hanno cittadinanza.

Hanno rubato loro il posto le attenzioni morbose di un padre snaturato che, quando le figlie si fanno più grandi, non esita a percuoterle e a minacciarle, anche con le due armi che possiede, per soddisfare le proprie voglie. Le accuse che gli ha provvisoriamente rivolto la Procura di Ried, disponendone ieri l’arresto, parlano di lesioni personali volontarie, tortura, mancata assistenza a persone minori e inermi, minaccia, violenza, stupro e altri delitti sessuali contro persone indifese. La parola incesto non compare, ma evidentemente è sottintesa nel pesante capo di imputazione.

A differenza di Josef Fritzl - il padre-mostro che ad Amstetten aveva segregato in cantina e violentato la figlia per 24 anni - Gottfried W. si è dichiarato, almeno per ora, innocente, respingendo ogni accusa nei suoi confronti. La magistratura, tuttavia, ha convalidato l’arresto, motivato dal pericolo di recidiva e di fuga. Le figlie – ha riferito il comandante della polizia distrettuale di Braunau, Martin Pumberger – manifestano segni di squilibrio mentale, ma appaiono visibilmente sollevate dall’essersi liberate dell’oppressione paterna.

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