Oscar Wilde, vita e processo sullo schermo all’ex Pescheria

Oggi, alle 17.30, sesto appuntamento del ciclo di appuntamenti “Venerdì Liberty” promosso dall’assessorato alla Cultura con Cappella Underground, proiezioni e conferenze a ingresso libero nella sede...

Oggi, alle 17.30, sesto appuntamento del ciclo di appuntamenti “Venerdì Liberty” promosso dall’assessorato alla Cultura con Cappella Underground, proiezioni e conferenze a ingresso libero nella sede dell'auditorium della ex Pescheria–Salone degli Incanti, con il film “Wilde” (1997) di Brian Gilbert.

La pellicola, in edizione originale con sottotitoli italiani, che sarà presentata da Chiara Barbo, narra successi, gioie e dolori dello scrittore irlandese Oscar Wilde (1854-1900): la vita di società e il matrimonio con Constance Lloyd, il successo delle commedie, l'amore per i figli, l'incontro fatale con il nobile Alfred Douglas detto Bosie di cui s'innamora.

Il processo per offesa al pudore che ne seguirà, con la condanna a due anni di lavori forzati, segnerà la fine della sua popolarità di letterato e dandy, personaggio da togliere di mezzo per non turbare l'anima puritana della Londra vittoriana. Il film offre pregi decorativi indiscutibili e un ammirevole protagonista, l'imponente Stephen Fry, che dà corpo alle inquietudini dello scrittore; accanto a lui nel cast, Vanessa Redgrave, Jude Law, Adam Garcia e Orlando Bloom alla sua prima apparizione cinematografica.

Il lungometraggio si apre con un curioso scenario western, durante visita dello scrittore in Colorado e il suo tour di conferenze negli Stati uniti e Canada del 1882; al suo ritorno a Londra, Wilde corteggia e sposa la bellissima Constance Lloyd, dalla quale ha presto due bambini. La tranquilla vita familiare viene però stravolta dall'incontro con il giovane Robert Ross, un amico canadese che apertamente lo seduce, forzandolo a confrontarsi con la sua omosessualità.

Dopo la pubblicazione del libro di favole “Il principe felice e altri racconti”, nel 1890 è la volta de “Il ritratto di Dorian Gray”, opera simbolo dell’estetismo britannico. Dopo un lungo soggiorno a Parigi, dove incontra André Gide, Emile Zola, Jean Moréas e Stephan Mallamé, Oscar Wilde, nel 1891, conosce a Londra un fascinoso studente di Oxford, Lord Alfred Douglas, soprannominato Bosie e inizia con lui una tormentata e rovinosa relazione. Così, proprio all’apice del successo e della popolarità ottenuta grazie alle commedie “Il ventaglio di Lady Windermer”, “Una donna senza importanza”, “Un marito ideale” e “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, la carriera e l’esistenza di Wilde precipitano nel vortice di un disastroso e chiacchieratissimo scontro processuale con il marchese di Queensberry, padre di Douglas.

La condanna per sodomia fissata dal tribunale nel 1895, segnerà per Wilde l’inizio della fine: minato fortemente nello spirito e nel fisico, all'uscita dal carcere di Reading si trova ad affrontare la morte dell’affezionatissima moglie, il distacco dei figli e il tormentato evolversi del suo rapporto con Bosie. Wilde muore a Parigi nel 1900. Tra i suoi celebri aforismi rimane significativo, quello che conclude il film: «In questo mondo ci sono due tragedie. Una è non ottenere ciò che si desidera, l'altra è ottenerlo».

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