Ospite di Casa Serena colpita da infezione In cinque a processo
L’anziana gradese, ospite della casa di riposo “Serena” dell’Isola della Schiusa, aveva contratto un’infezione guaribile in 44 giorni. Ulcera gastrica acuta complicata da ulteriori problematiche. La Procura, attraverso la pubblica accusa, fa riferimento anche ad «avvelenamento da altri oppiacei e narcotici correlati», contestando il reato di lesioni colpose in concorso.
A processo, davanti al giudice monocratico Gianfranco Rozze, sono cinque imputati. Si tratta di Fedora Foschiani, dipendente del Comune, rappresentata dall’avvocato Raffaele Conte di Udine, Vilma Zuliani e Antonio Fumolo, medici di medicina generale all’epoca in servizio nella struttura, difesi rispettivamente dagli avvocati Riccardo Cattarini e Werther Vio di Trieste, Andrea Senia e Roberto Meneghel, il primo infermiere professionale, il secondo infermiere generico operanti nella casa di riposo, sostenuti dai legali avvocati Stefano di Lullo e Mauro Guzzon. I famigliari, la figlia e la nipote della donna, si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Roberto Mete.
Ieri era previsto l’avvio del procedimento, ma è intervenuto il rinvio per legittimo impedimento di uno dei difensori. L’udienza è stata quindi riaggiornata a gennaio 2020. I fatti risalgono alla primavera del 2014. Al centro del procedimento c’è la terapia alla quale era stata sottoposta l’anziana. La donna avrebbe manifestato nel tempo sintomi tali da rendere opportuno modificare o cessare la somministrazione dei farmaci che le venivano somministrati. L’anziana, sempre secondo la ricostruzione della Procura, era stata ricoverata all’ospedale di Monfalcone per intossicazione da fentanile, principio attivo di un farmaco analgesico oppioide, per il quale era stato riscontrato un sovradosaggio. Opportunamente trattata, a fronte del divieto di utilizzo di altri farmaci contenenti il fentanile, nella stessa giornata la donna era stata nuovamente soccorsa e trasferita al San Polo, questa volta con il ricovero in Terapia intensiva, essendo stata riscontrata un’ulteriore somministrazione di farmaco contenente lo stesso principio attivo. Lesioni per colpa consistita, secondo la pubblica accusa, in «negligenza, imprudenza e imperizia».
La Procura chiama in causa a vario titolo una serie di aspetti. In particolare si fa riferimento a «condotte omissive», sotto il profilo delle misure organizzative del personale della struttura e delle procedure operative per la gestione delle terapie nella casa di riposo. Contestazioni quindi circa la gestione dei farmaci, in particolare in ordine alla somministrazione e alla relativa verifica degli effetti. Spetterà pertanto al dibattimento approfondire gli innumerevoli e diversificati elementi contestati dalla pubblica accusa, rispetto alle ragioni difensive che saranno poste dai legali. Un procedimento che si preannuncia complicato nello stabilire i comportamenti e ruoli delle singole posizioni.
Il difensore di Fedora Zuliani, avvocato Raffaele Conte, ieri ha voluto spiegare: «La mia cliente è dipendente del Comune di Grado e non ha un incarico specifico. Il suo ruolo nella struttura di “Casa Serena” è quello di dirigente amministrativa, si occupa infatti di gestire gli aspetti contabili ed economici, che è ben diverso e distinto rispetto ad un incarico gestionale della struttura. Tanto è vero – ha aggiunto il legale – che il contratto del Comune con una cooperativa attinente servizi alla casa di riposo era stato firmato dal suo dirigente superiore».—
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