Ospizio, esautorati i tre liquidatori

Il presidente del Tribunale ha revocato il mandato: in 4 anni hanno fatto ben poco. Nominato un nuovo commissario unico
Di Franco Femia
Altran Grado-Protesta per l'Ospizio Marino Foto Maurizio Altran
Altran Grado-Protesta per l'Ospizio Marino Foto Maurizio Altran

Il nuovo presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone ha revocato il mandato ai tre commissari liquidatori della Fondazione Ospizio marino di Grado Doretta Cescon, Paola Ferraris e Paolo Tomba; al loro posto ha nominato l’avvocato triestino Enrico Guglielmucci.

Pesanti i rilievi mossi ai tre commissari ai quali il presidente del Tribunale imputa di aver fatto ben poco per risolvere il caso dell’ospizio marino, un ente che ha al suo attivo 100 anni di vita e un servizio, soprattutto verso i disabili, che era molto apprezzato dagli utenti.

Quello nei confronti dell’Ospizio marino è stato probabilmente uno dei primo provvedimenti presi da Sansone dopo il suo arrivo a Gorizia. Il suo insediamento, infatti, è del 14 aprile scorso edè è del 16 aprile la convocazione dei tre commissari. La revoca del loro mandato e della nomina del nuovo commissario liquidatore porta la data del 24 aprile. Anche la decisione della Fondazione Ospizio marino di costituirsi parte civile nel processo per malversazione, pur sapendo che incombeva la prescrizione, è un chiaro segnale che il presidente del Tribunale ha voluto mandare a chi ha puntato fino ad ora su ritardi e indugi, come avevamo sottolineato in un articolo apparso sul Piccolo lo scorso 3 aprile. Un articolo che era ben presente sul tavolo di Sansone, e nel quale si sottolineava come “la vicenda dell’ex ospizio marino vanta una sequenza di svariati record. Uno peggiore dell’altro e uno di essi riguarda la durata del commissariamento” e si affermava come “ci sia qualcosa che non torni in questa vicenda è usare un eufemismo”.

Una dura presa di posizione che non è passata inosservata al primo piano del Palazzo di giustizia se sono già arrivati i primi provvedimenti che l’aria è mutata. La si coglie anche nelle motivazioni con cui il presidente Sansone ha tolto l’incarico ai tre commissari “la cui attività di liquidatori è stata compiuta in violazione dei più elementari obblighi di diligenza”.

Tra i rilievi mossi alla Cescon, alla Ferraris e a Tomba quello di non aver richiesto in modo tempestivo il fallimento della Fondazione ospizio marino tutelando così i creditori e in primis i lavoratori. Fallimento che fu poi chiesto dalla Procura, ma quando i termini erano poi scaduti. Poi si imputa ai commissari di non aver permesso nel 2010 il proseguimento dell’attività dell’ospizio opponendosi al contratto d’affitto come era stato richiesto; inoltre di non aver elaborato un programma di vendita dei beni della Fondazione che al momento del commissariamento erano stimati in 16 milioni di euro. In quattro anni sono stati ricavati solamente 590mila euro dalla vendita di attrezzature arrecando anche in questo caso un danno ai creditori e depauperando il patrimonio della Fondazione.

Il commissariamento dell’Ospizio marino fu deciso dal Tribunale di Gorizia il 16 luglio 2010. I tre professionisti indicati furono Gabriele Zilli, Doretta Cescon e Paola Ferraris. Il giorno successivo le strutture dell’ex Fondazione furono poste sotto sequestro. Il 27 luglio fu sollevato dall’incarico Zilli perchè indagato e al suo posto fu chiamato il commercialista goriziano Paolo Tomba. La vendita dell’ospizio, auspicata da tempo per riavviare un servizaio a favore degli utenti con la possibilità di ridare un’occupazione ai dipendenti rimasti senza lavoro, non è ancora stata attuata nonostante la disponibilità di acquisto formulata dalle Coop. L’ultimo atto commissariati uscenti è stato l’avvio del bando per la vendita della palazzina di via Rismondo, a Gorizia, già sede legale della Fondazione ospizio marino per 365mila euro.

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