Ospizio marino di Grado, storia di un crac senza colpevoli

di Roberto Covaz
GRADO
È per domani ma c'è il rischio sia per mai. È come se al ladro colto in flagrante dopo aver rubato la Gioconda si contestasse la provenienza illecita del passepartout con cui si è introdotto nel Louvre.
È per domani l'udienza preliminare all'ex consiglio di amministrazione della Fondazione Ospizio Marino Onlus. Gli indagati sono accusati di malversazione, poco più di una marachella. Secondo l'accusa avrebbero utilizzato 361mila euro di contributo pubblico per fare altro anziché quello per cui il denaro era destinato. La montagna (Procura della Repubblica di Gorizia) ha prodotto il classico topolino: un'accusa per così dire minimalista di fronte a un crac da 28 milioni di euro spariti, distratti, volatilizzati e con l'Ospizio ridotto in rovina.
Un'ipotesi di reato formulata dopo 16 e passa mesi di indagini che hanno visto impegnati il capo della procura, tre sostituti, un corposo team di polizia giudiziaria e il superesperto, il commercialista monfalconese Giovanni Turazza. La Procura ha già incassato un kappaò con il rigetto da parte del Tribunale di Gorizia dell'istanza di fallimento. “Presentazione dell'istanza fuori tempo massimo”, ha sentenziato il giudice. La Procura ha abbozzato e si è ben guardata dal presentare ricorso. Hanno sbagliato i tempi, può capitare, che volete che sia. Come al chirurgo che trapianta il rene sano anziché quello malato. Può capitare, che volete che sia.
Tutti a esultare per lo scampato pericolo del fallimento. Soprattutto i potenziali indagati e i politici, che sono ancora convinti dell'interesse a rilevare l'ex Ospizio da parte delle cooperative.
Restano sul tappeto le aspettative frustrate, deluse di migliaia di invalidi e dei sessanta dipendenti sopravvissuti, che si trascinano con le indennità di disoccupazione in scadenza ad aprile.
L'Ospizio resta chiuso, lo resterà anche per la prossima estate e non è stata ancora fatta giustizia. Proprio un bel risultato. E nella stessa pentola che cuoce a fuoco lento ci stanno anche gli ex amministratori i quali, se sono estranei al crac, sono stati tenuti ingiustamente a bagnomaria per troppo tempo.
Restano inevase un sacco di domande. E in assenza di risposte il vuoto che si crea ha i contorni dell'ingiustizia.
Quanto è costata al contribuente questa inchiesta? Perché l'istanza di fallimento non è stata presentata all'inizio dell'indagine, settembre 2009? Perché la politica regionale non ha fatto chiarezza sulla responsabilità politica, appunto, di chi non ha sorvegliato come avrebbe dovuto l'andamento finanziario della Fondazione Ospizio Marino? Perché tanto imbarazzo a destra come a sinistra di buttarsi a capofitto su questa vicenda? Perché l'onorevole Alessandro Maran, gradese, non ha avvertito la necessità di spendersi in prima persona magari con iniziative parlamentari? Perché l'onorevole Maran o i nostri eurodeputati - quando si ricordano di esserlo – non accendono la luce quando il presidente della Camera penale di Gorizia, Riccardo Cattarini, dice testualmente: “I problemi della giustizia penale nell'Isontino sono noti e sembrano irrisolvibili nonostante i grossi sforzi di tutti”?
Perché alla Procura di Torino il capo Raffaele Guariniello spiega urbi et orbi tutti i risvolti delle inchieste con forti risvolti sociali come l'amianto di Casale o la tragedia ThyssenKrupp e qui a Gorizia la sua collega Caterina Aiello costringe a inutili anticamere di ore e ore i giornalisti e di conseguenza tiene all'oscuro le migliaia di persone interessate al caso? Perché i politici si limitano a schermaglie di schieramento e gettano la polvere sotto al tappeto anziché capire cosa succede nella Procura di Gorizia? Perché non si spiega alle migliaia di persone che lottano con la crisi e si vedono rifiutare un prestito bancario come e chi ha garantito alla Cassa Risparmio del Fvg di scucire oltre 20 milioni di euro alla Fondazione Ospizio Marino, soldi che non sono ancora rientrati? Se il processo per malversazione dovesse effettivamente essere istruito la Provincia si costituirà parte civile come promesso solennemente dal presidente Enrico Gherghetta?
È per domani ma c'è il rischio sia per mai. L'udienza verrà rinviata perché probabilmente mancherà qualcuno dei protagonisti.
Poi gli avvocati faranno la loro parte e tra rinvii, contestazioni e storie varie si arriverà a qualcosa che assomiglia alla prescrizione.
Ci siamo illusi che la verità sull'Ospizio Marino venisse a galla, ma abbiamo sbagliato. Può capitare, che volete che sia.
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