Ottomeni (Pd): «Anatomia patologica resti a Palmanova»

PALMANOVA. Anatomia patologica, sale la protesta, ma anche le perplessità per il disinteresse degli amministratori. «Come mai la voce dei medici non trova risposte presso le amministrazioni dei...
Altran Mf,S.Polo-sala operatoria
Altran Mf,S.Polo-sala operatoria

PALMANOVA. Anatomia patologica, sale la protesta, ma anche le perplessità per il disinteresse degli amministratori. «Come mai la voce dei medici non trova risposte presso le amministrazioni dei Comuni della Bassa friulana che dovrebbero, a mio parere, essere le prime ad allarmarsi per la perdita di un tale servizio?»

È questa la domanda che si pone Benito Ottomeni, per lunghi anni consigliere e capogruppo consigliare del Pd a Palmanova. Ottomeni afferma che solo grazie alle denunce del sindacato dei medici ospedalieri di Palmanova (Anaao, Fmv-Smi, Cimo) si apprende del prossimo trasferimento del reparto di Anatomia dall’ospedale di Palmanova a quello di Udine. «Visto che questo trasferimento non  risponde ad una convincente logica di risparmio economico e non aumenterà il  livello qualitativo delle prestazioni - sostiene Benito Ottomeni - viene da chiedersi a chi possano giovare queste strategie aziendali. Non certamente  agli utenti del sistema sanitario della Bassa friulana, perché vedremo indebolire ancora una volta e nuovamente la nostra struttura sanitaria dismettendo un reparto che viene considerato ai vertici regionali per tempestività e qualità delle prestazioni, costi del servizio e rendimento degli operatori». Ottomeni puntualizza anche sul fatto che a Udine ci sono due anatomie ma non sussiste alcuna intenzione di accorparle nonostante le grandi economie che ne deriverebbero. «Sia Gorizia, sia Monfalcone - sottolinea l’esponente del Pd - hanno le loro anatomie e nessuno ha mai pensato di trasferirle, eppure siamo tutti nello stesso sistema regionale». A parere di Ottomeni, in questa decisione di trasferire il servizio a Udine, non si tiene conto dei disagi ai quali gli utenti della Bassa friulana andrebbero incontro nel doversi  recare a  Udine ogni qualvolta ci fosse la necessità di un esame e del fatto che non saranno più possibili esami immediati, in corso di interventi in cui sussistano dubbi sulle operazioni di chirurgia. «Dove sta l'economia collettiva e individuale nel dismettere questi servizi? - si chiede e conclude Ottomei -. Con la speranza che l'ospedale di Palmanova non venga ulteriormente indebolito, invito quanti hanno la responsabilità del governo del territorio a difendere il ruolo e i servizi della struttura pubblica».

Alfredo Moretti

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