Palazzi feriti a Gorizia, Casa Bombi ko, tetto dei Bagni “collassato”

La struttura di via Cadorna doveva diventare un centro wellness e invece è in completo degrado. In piazza Vittoria l’edificio di Michelstaedter è pericolante
Il tetto dei Bagni pubblici collassato
Il tetto dei Bagni pubblici collassato

GORIZIA Palazzi vecchi. Cornicioni che minacciano di crollare da un momento all’altro. Calcinacci.

Gorizia sta diventando la città delle transenne. Ce ne sono tantissime a delimitare immobili storici e ormai in disuso. Nei giorni scorsi, questa sorte era toccata a casa Bombi (un tempo dimora di Michelstaedter) in piazza Vittoria. Oggi è la volta dei Bagni pubblici di via Cadorna.

Un progetto mai decollato

Tetto che sta colassando. Edificio transennato. Queste le (amare) novità dei vecchi Bagni pubblici: una struttura che sarebbe dovuta rivivere trasformandola in un moderno e suggestivo “centro benessere”. Sì, questo era il progetto, indubbiamente ambizioso, che avrebbe dovuto interessare lo stabile di via Cadorna. Venne lanciato anche un project financing che, però, non sortì gli effetti sperati.

Transenne attorno alla storica Casa Bombi
Transenne attorno alla storica Casa Bombi

Oggi, l’immobile è in totale sofferenza. Nei giorni scorsi, i vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo assieme alla Polizia municipale. Il motivo? Piovevano calcinacci e lo stabile, oggi, è circondato da transenne bianche e rosse. «L’edificio comincia a risentire il peso degli anni e delle intemperie - spiega il sindaco Ettore Romoli -. Purtroppo, c’è poco da fare: possiamo solamente mettere i cerotti. Il progetto del centro benessere non è mai decollato, ne mai decollerà vista la forte proposta che c’è oltreconfine, in Slovenia». Romoli sottolinea anche che non ci sono progetti nè proposte di utilizzo. A preoccupare molto sono le condizioni del tetto che sta lentamente colassando: nella parte più alta si sono già verificati dei crolli come si può vedere da via Cadorna, provenendo da via Diaz. E dire che se il progetto originario fosse decollato, sarebbe stato (finalmente) recuperato uno dei tanti palazzi storici della città lasciati completamente al degrado e all’abbandono.

La scheda progettuale

L’idea era di riutilizzare il Civico stabilimento bagni» che è stato realizzato, in via Cadorna, nel 1876-78 su progetto dell’architetto Leopoldo de Claricini. «L’edificio - si legge nella scheda progettuale dell’epoca - venne costruito su un terreno in pendenza, con la parte alta in corrispondenza dell’ingresso. Ciò determinò un complesso volumetrico emergente con due piani sul lato stradale e tre piani verso il giardino. La costruzione originaria comprendeva anche una piscina esterna situata nel giardino retrostante, da due edifici minori che ospitavano le cabine-spogliatoio, da un terrazzamento per il bagno di sole e da un ampio spazio per la funzione estiva dei bagni. Il complesso ha sicuramente subìto, dal principio del secolo in poi, degli interventi di modeste entità dettati dalle norme di buona conservazione».

Il recupero edilizio della struttura avrebbe dovuto soddisfare la duplice esigenza di riportare in uso la tradizionale funzione del bagno turco e, al contempo, introdurre ed integrare nuove e più moderne funzioni dedicate al benessere, al fitness nonché agli aspetti più propriamente «curativi» di natura medica o paramedica. Al momento attuale, l’edificio necessiterebbe di un intervento corposo di ristrutturazione con adeguamento alle norme vigenti di tutti gli impianti tecnologici, l’integrazione di nuovi impianti relativi al bagno a vapore e alla sauna nonché la conformità dello stabile alle norme relative all’uso pubblico, quali le barriere architettoniche. «L’edificio - si legge ancora nella scheda progettuale - ha subìto nel 1958 un intervento di trasformazione dei locali siti nell’ala destra al piano rialzato, allorché si sono trasformate le cabine bagni con vasche in ceramica in locali doccia e bagni. Successivamente (era il 1980) è stato effettuato un intervento di radicale manutenzione alla copertura, alle facciate, parzialmente ai solai del piano rialzato».

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