Nel palazzo ex Ferrovie di Trieste pronto a rinascere fra gallerie, colonne, scale, vetrate e cinema
Un radicale restauro negli spazi che ospitavano gli uffici. Alcuni metri quadrati di parquet sono stati donati alla libreria Saba
Gli ultimi a salire ai piani alti del palazzo ex Compartimentale di piazza Vittorio Veneto, affrontando la scala “b”, erano stati i triestini che accedevano agli ambulatori dell’Unità sanitaria territoriale per la visita medica di rinnovo della patente.
Un intero isolato
Il palazzo conta dimensioni tali da coprire un intero isolato. Acquistato dall’austriaca Jp Immobilien nel 2020, entro tre anni verrà rimesso e nuovo con un’altra destinazione. In primavera aprirà il cantiere.
I cinque piani sono stati già completamente svuotati, ma girovagando tra i 18 mila metri quadrati si raccolgono tanti ricordi.
La galleria delle carrozze
Dai due ingressi centrali, quello principale di piazza Vittorio Veneto e quello di via Filzi, si accede alla galleria carrabile, con le importanti colonne e i bassi scalini laterali che, a fine Ottocento, servivano per incanalare, accompagnare il passaggio delle carrozze. Da quella galleria – che diventerà un passaggio aperto al pubblico – partono due ali.
Quella verso via Galatti diventerà un albergo, quella verso via Milano verrà trasformata in appartamenti con la commercializzazione affidata alla Gabetti Hone Value. Gli imbocchi delle due scale sono dotati di lucernari con vetri colorati.
Teatro poi cinema
Nella parte posteriore dell’edificio, al piano terra, è ancora intatto, con le sedie smontate e accatastate, lo scheletro di quello che in epoca fascista era il teatro del dopolavoro Ferroviario, divenuto poi cinema Vittorio Veneto. In un angolo è conservata anche la storica insegna.
C’è ancora la stanza di proiezione, l’ingresso conserva la biglietteria, chiusa tra interessanti vetrate, e gli spazi alle pareti dove venivano appese le locandine dei film. Quel teatro, dopo il restauro, diventeranno una sala per eventi. Le sedie in legno verranno restaurate e riutilizzate.
Il bar Vittorio Veneto
All’angolo verso l’ex palazzo della Provincia, invece, si notano le serigrafie sui vetri del bar Vittorio Veneto. Quegli spazi, che verranno destinati all’area bar e ristorante dell’albergo, sono stati già completamente sventrati. Per ora ospitano accatastati gli antichi serramenti dell’intero palazzo, che verranno restaurati e rimontati alle finestre.
Restando al piano terra, all’angolo tra via Milano e via Filzi, si notano ancora a terra i segni dei gradi banconi dai quali, fino al 2017, venivano distribuiti i pasti della mensa del dopolavoro Ferroviario. Da lì, a restauro completato, si accederà area wellness, con tanto di piscina interna.
Il primo piano
Salendo al primo piano di quello che diventerà Palazzo Vittorio Veneto, ci si imbatte nella guardiola e in quello che resta degli uffici della Polizia ferroviaria, poi trasferiti nella Stazione centrale. Va considerato che negli utili anni di utilizzo, il palazzo era occupato solo in minima parte, con intere aree completamente vuote.
Il corridoio infinito
Il secondo piano si spiega su quello che è considerato uno dei corridoi più lunghi di Trieste, e dove si trovavano gli uffici del Direttore compartimentale. Una curiosità: da quel corridoio sono stati prelevati alcuni metri quadrati di parquet, per destinarli a risistemare le parti irrecuperabili del pavimento della libreria antiquaria Saba.
Antichi ricordi
Nello stesso piano, sull’ala sinistra, con le porte imbottite in pelle, una sbiadita moquette e la carta da parati anni Settanta alle pareti, c’è l’appartamento che veniva destinato al direttore delle Ferrovie. Tra quelle stanze, che erano collegate direttamente con gli uffici delle Ferrovie, resta qualche vecchio mobile, delle guide telefoniche di anni a cavallo tra il 1992 e il 1993, e un numero del Mercatino, che ai triestini evoca un’epoca in cui scambi e compravendite non viaggiavano sul web.
Un po’ di storia
Qualche cenno storico: il palazzo, progettato da Raimondo Sagors, fu costruito tra il 1894 e il 1895 per ospitare l’allora Istituto pensioni degli impiegati del Lloyd Austriaco. Nel 1913 passò all’Imperiale regio erario per l’amministrazione delle Ferrovie austriache. Lì, nel tempo, trovarono collocazione anche alcuni consolati (Argentina, Norvegia, Portogallo) e il pronto soccorso della Croce rossa, ma oggi di quelle esperienze non si trova più traccia. Ora si attende il recupero. —
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