Palazzo Vivante riscopre una tela di Schram

Duplice ragione di festa, ieri, per la sezione triestina del club femminile di volontariato sociale Inner Wheel International. La celebrazione per i 90 anni dalla fondazione del primo comitato (Manchester, gennaio 1924) si è infatti unita a quella per il trentaduesimo anno del distretto locale, in occasione del quale è stato consegnato un rilevante service culturale alla città. Riunite nell’elegante cornice neoclassica di Palazzo Vivante, le innerine hanno presentato il restauro di una tela del pittore viennese Alois Hans Schram, posta sul soffitto della Sala ovale del palazzo medesimo. «Questa tela appartiene ad un grande ciclo pittorico interno composto da cinque dipinti - ha evidenziato la presidentessa dell’Inner Wheel di Trieste Gianna Bonifacio - e si trova posizionato in quella che forse è la stanza più importante del palazzo». Essa infatti, nel corso delle numerose occupazioni militari dell’edificio, sarebbe stata adibita a ufficio personale di Emanuele Filiberto duca d’Aosta al termine del primo conflitto mondiale e, più tardi, di Gianni Bartoli, eletto primo sindaco di Trieste con le amministrative post-belliche del ’49.
La scelta di restaurare l’opera di Schram è partita dalla volontà di restituire attenzione e valore a Palazzo Vivante, oggi sede dell’associazione Opera Figli del popolo, di recente sottoposto a un ampio intervento alle facciate esterne ma ancora bisognoso di cure per quanto concerne gli spazi interni. E inoltre per far conoscere il nome e il lavoro di un artista caduto in oblio a lungo e da poco tornato a nuova fama: ne ha parlato Serenella Ferrari Benedetti, storica dell’arte responsabile dell’attribuzione del ciclo pittorico in questione alla mano di Schram.
«Si tratta di una scoperta risalente a pochi anni fa, dovuta a una serie di felici coincidenze comprovate dai documenti d’archivio - ha spiegato Benedetti -. Per anni l’autore delle tele di Palazzo Vivante, prive di firma, è rimasto ignoto. Ora i triestini potranno conoscere meglio Alois Schram, vissuto tra metà Ottocento e inizio Novecento, e osservarne le pitture peculiari». La tela restaurata e presentata ieri raffigura una composizione di donne al cui centro si trova una giovane sposa, circondata dalle compagne intente a ornarne il velo e il décolleté. Di fronte a lei la dea Artemide, elemento di raccordo tra il cielo sovrastante e i soggetti femminili. Isabella Cicolo, responsabile del restauro, ha riportato a nuova luce le linee e i dettagli dell’opera, ingrigiti dalle polveri e danneggiati dalle intemperie. «Con un lavoro di circa due mesi ho eseguito la pulitura del dipinto e il ripristino di una fessurazione - ha raccontato Cicolo -. Infatti la tela si trova inchiodata al soffitto che regge il tetto dell'intero palazzo e un crollo interno ha generato la crepa, ora riparata». Tale intervento ha richiesto un contributo di qualche migliaio di euro, interamente messo a disposizione dall’Inner Wheel triestino.
Vanessa Maggi
Riproduzione riservata © Il Piccolo