Palco crollato, chiesti 3 anni per il progettista

Tre anni e quatto mesi per il crollo dell’impalcatura del concerto di Jovanotti che, il 12 dicembre 2011, portò alla morte di Francesco Pinna.
È questa la pena chiesta dal pm Matteo Tripani nei confronti di Andrea Guglielmo, l’ingegnere incaricato della della verifica statica dell’impalcatura che quella mattina era collassata. Guglielmo, secondo la Procura, quel giorno addirittura era stato precedentemente informato dell’esistenza di problemi tecnici all’imponente struttura. Ma non aveva dato troppa importanza alle sollecitazioni dei suoi collaboratori. Dopo qualche ora c’era stato il tragico crollo.

Nell’udienza a porte chiuse presieduta dal giudice Laura Barresi, celebrata con rito abbreviato, i difensori del professionista, gli avvocati Vittorio Fasce, Ilaria Guglielmo e Umberto Ercolessi hanno cercato di smontare le conclusioni del pm Tripani e riferendosi alla perizia del consulente Leopoldo Comparin, ha ipotizzato che la causa più probabile del crollo della struttura sia stata determinata da una errata manovra che ha finito per far collassare il ground-support.
Prima vi sarebbe stata la rottura del sistema argano-catene che ha colpito mortalmente il giovane e e qualche secondo dopo il collasso della struttura. In sostanza, secondo questa tesi, «l'incidente è stato determinato da un errore di progettazione e, pur essendo l’ingegner Guglielmo incaricato solo dell'effettuazione del calcolo di stabilità della struttura da altri progettata, «è stato considerato sostanzialmente come un progettista». E per questo motivo i difensori hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Il consulente del pm Tripani, l’ingegner Franco Curtarello ha al contrario sempre ritenuto che la responsabilità della tragedia del Palatrieste sia stata dovuta a una serie di fattori: la struttura del palco del palazzetto è crollata per un eccesso di carico, implodendo su se stessa a causa del peso della costruzione di metallo denominata “ground support” e delle apparecchiature che vi erano state fissate, ma anche e soprattutto causa la progettazione non conforme e adeguata. In dettaglio il pm Matteo Tripani ritiene Andrea Guglielmo responsabile di aver erroneamente valutato i cosiddetti carichi appesi sbagliando il calcolo del coefficiente di sicurezza. E quindi di aver cagiobnato il crollo.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 22 dicembre. In quella data si concluderanno le discussioni e, salvo colpi di scena, il giudice pronuncerà la sentenza. C’è da rilevare che la eventale condanna come chiesto dal pm Tripani potrebbe anche innescare una situazione di possibile rivalsa nel confronti di Guglielmo da parte delle compagnie assicurative che nel settembre del 2013 hanno risarcito con la cifra di un milione di euro i familiari di Francesco Pinna.
Ma ieri in sede di udienza preliminare è stata anche affrontata la posizione dell’altro indagato per il crollo: si tratta di Loris Tramontin, titolare della società Azalea Promotion, organizzatrice del concerto di Jovanotti. È stato rinviato a giudizio con l’accusa - anche lui - di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurime in relazione a quanto accaduto al palasport di via Flavia. Tramontin è stato difeso dagli avvocati Riccardo Cattarini e Caterina Belletti.
In particolare Tramontin è accusato di aver omesso di designare il coordinatore della sicurezza, il quale avrebbe poi avuto l'incarico di verificare l’inosservanza da parte della Stage System delle norme di prevenzione degli infortuni.
La data del dibattimento è quella del 9 marzo del prossimo anno. In aula davanti al gip anche l’avvocato Lucio Frezza, parte civile in rappresentanza di uno dei tanti feriti nel disastro.
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