Pallacanestro Trieste, inizia a pesare l’innesto di Ruzzier. Brividi per Pacher: Tac ok, nuovi esami

TRIESTE. Per il big day societario della Pallacanestro Trieste potrebbe anche essere questione di ore. In casa biancorossa, però, più che a un domani tutto da costruire fuori dal campo, si pensa all’immediato futuro sul parquet con tre scontri diretti in sequenza. La vittoria su Trento ha ridato fiducia dopo il ko a Varese, ha riportato più pubblico e calore all’Allianz Dome e ha scacciato l’incubo di una serie di stop casalinghi. Inoltre, il successo sulla Dolomiti Energia Trentino permette di fotografare una nuova fase di crescita del gruppo di Marco Legovich.
EFFETTO RUZZIER L’impressione è che il cantiere biancorosso sia ancora in evoluzione con l’assestamento di alcuni equilibri. Rispetto a un mese fa infatti l’impatto di Michele Ruzzier nel gioco di Trieste comincia a farsi sentire. Dopo le prime gare di rodaggio in seguito a mesi di panchina alla Virtus Bologna, il play sta ritrovando la condizione e il ritmo-partita. Non sta ancora incidendo in termini di punti (4 di media e ancora neanche una bomba a segno) ma porta lucidità in regia, più ordine e finalmente riesce a coinvolgere i lunghi. Spencer dovrebbe portargli una confezione di paste per sdebitarsi delle occasioni che il Ruz gli ha proposto.
Legovich con quattro pedine importanti da ruotare sta trovando nuovi equilibri. L’accoppiata Ruzzier-Davis insieme sul parquet, con l’Usa ad agire da guardia, non è più un esperimento sporadico, così come l’impiego di Bartley da ala piccola sfruttandone i mezzi fisici. Un esempio: contro Trento le due ali italiane, Campogrande e Deangeli, hanno giocato complessivamente 15 minuti. Significa che dei suoi 33 minuti sul parquet Bartley ne ha spesi la maggioranza impiegato da “3”.
GAINES Nella rotazione dei big infatti va tenuto conto anche di Frank Gaines, che peraltro nelle ultime settimane sta proponendo un’immagine diversa. Penalizzato da un linguaggio del corpo apparentemente indifferente a quanto succede in campo, sembra più coivolto nelle dinamiche del gruppo. Ha destato sorpresa il Gaines scherzoso della cena natalizia o che domenica scorsa entra sul parquet sorridendo e giocando. In campo si prende sempre le sue conclusioni da tre ma aumentano i tentativi di entrata, perde molti meno palloni, partecipa di più alle varie fasi del gioco. Segna 15,6 punti, appena fuori dalla top ten dei migliori tiratori della serie A, ma tutti quelli che gli sono davanti giocano più minuti. Gaines è in teoria l’uomo più affidabile per l’ultimo tiro ma con tre handler sul parquet (Ruzzier, Davis, Bartley), come sottolinea Legovich, ci sono più soluzioni nei finali in volata. In fondo, poter avere alternative tra cui scegliere (almeno nel settore play-guardie) rappresenta il primo, unico, lusso.
PACHER Brividi per AJ Pacher, malamente caduto durante la partita andando a rimbalzo e picchiando schiena, testa e un polso sul parquet. Sottoposto già domenica sera a una Tac al cranio sono stati esclusi danni neurologici. Verrà comunque tenuto sotto osservazione anche per valutare le condizioni del polso sinistro.
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