Palmanova, piazza pedonale e rivoluzione della viabilità

PALMANOVA. Sensi unici sulle strade radiali, zone residenziali con limite 30 chilometri orari, spazi pubblici e parcheggi a spina di pesce. Così cambierà la viabilità nel centro storico di Palmanova. E piazza Grande? Un’ipotesi prevede una limitata circolazione dei veicoli, un’altra la sua completa pedonalizzazione. In Consiglio il sindaco Francesco Martines ha presentato il progetto di riqualificazione del traffico del centro storico, messo a punto da Fiorella Honsell, Michela Urban, Daniele Orzan e Gianluca Maiarelli. Lo studio ha preso in esame in primis i flussi di traffico che nelle ore di punta si concentrano soprattutto in borgo Aquileia. La professionista ha rilevato che per la maggior parte i veicoli che raggiungono dai borghi piazza Grande solo in minima parte e per brevi periodi utilizzano le aree di parcheggio, pertanto il traffico si riduce prevalentemente allo scorrimento. Sostanzialmente nella “gerarchia stradale” indicata, l’ultimo anello viario, quello più vicino alla cinta fortificata, dovrebbe costituire il percorso principale con il carico di traffico maggiore. Via via che ci si avvicina alla piazza, il traffico dovrebbe trovare una decongestione attraverso strade radiali a senso unico, parcheggi, elementi di mitigazione della velocità. Anche l’anello viario più vicino alla piazza dovrebbe diventare a unico senso di marcia con tratto pedonale in contrada Savorgnan in prossimità di scuola e teatro. Una trasformazione radicale, dunque, che partirà in via sperimentale entro breve. Gli interventi della minoranza si sono concentrati su piazza Grande. Tutti concordi che si deve porre rimedio allo stato attuale del manufatto che si presenta degradato e sconnesso. Ma sul fatto di renderla pedonale, l’opposizione si è opposti. Martines ha precisato che saranno organizzati 5 incontri pubblici con le componenti sociali e economiche della città, i commercianti e gli esercenti per spiegare i progetti in cantiere e per raccogliere osservazioni e pareri.
Alfredo Moretti
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