“Paperoni” istriani, c’è anche Cuccurin

Nella classifica di “Forbes” l’ex pescatore e cameriere di Valle, con 52 milioni, segue gli altri azionisti della rovignese Adris
Di Andrea Marsanich

FIUME. Anche i ricchi croati piangono, ma di felicità per la continua crescita dei loro capitali. Nonostante la martellante crisi economica, le proprietà dei 50 cittadini croati più invidiati nel Paese (leggi i più ricchi) stanno aumentando in modo esponenziale e raggiungono un valore complessivo che viene stimato sui 13 miliardi di kune, pari a un miliardo e 711 milioni di euro. La rivista specializzata Forbes ha stilato la lista 2013 dei “50 Creso” della Croazia, classifica che vede ai primi posti tre istriani, tutti azionisti della rovignese Adris che, oltre alla manifattura tabacchi, è impegnata nel settore turistico grazie all’impresa Maistra.

In cima alla graduatoria c’è Ivica Todoric, proprietario del gruppo Agrokor, il cui patrimonio ammonta a 4,4 miliardi di kune (579 milioni di euro), con un incremento mica male rispetto all’anno scorso pari 92 milioni di euro in più. Ante Vlahovic è il maggiore azionista di Adris, autentico faro dell’economia istriana ed esempio di come una corretta, onesta privatizzazione possa giovare alla dirigenza ed anche alle maestranze. Vlahovic, che Forbes ha piazzato al quinto posto, può vantare un patrimonio di 661 milioni di kune, che al cambio fanno 87 milioni di euro. Non è tutto: recentemente ha donato 1 milione di euro in titoli per i bambini senza genitori e per le persone vecchie e inferme. Un atto di grossa generosità, che poi va ad occupare la prima posizione nella classifica delle donazioni umanitarie fatte in Croazia.

Vlahovic precede Plinio Cuccurin, il connazionale italiano di Valle, secondo maggiore azionista di Adris e che può contare su un “gruzzoletto” di 398 milioni di kune (52,4 milioni di euro). Rispetto al 2012, il vallese ha visto crescere il suo patrimonio di 14 milioni di euro. La sua carriera lavorativa è spettacolare: è cominciata 15 anni fa con Cuccurin che faceva il raccoglitore di pesche e quindi il cameriere. È seguita un’ascesa vertiginosa, che l’ha portato ad occupare la posizione numero 2 alla fabbrica tabacchi rovignese, gigante del ramo nell’area che un tempo chiamavamo Jugoslavia.

Negli ultimi anni, questo italiano d’Istria è anche sceso in politica con il suo schieramento Ladonja (albero lodogno in dialetto istriano, bagolaro in lingua italiana), che punta a scalzare la Dieta democratica istriana dal piedistallo del potere nella Penisola.

Il gruppo Adris ha ancora un riccone tra le proprie file, quel Branko Zec che occupa la dodicesima posizione con 190 milioni (25 milioni di euro) e registra una maggiorazione su base annua di 6 milioni e 725 mila euro. È uno dei più stretti collaboratori di Vlahovic, esperto di finanze e con indubbi meriti per la continua espansione della Manifattura tabacchi di Rovigno.

Infine, abbandoniamo l’Istria per parlare ancora di podio: la seconda posizione è occupata dalla famiglia Luksich (alberghiera), con 1 miliardo e 300 milioni di kune (171 milioni di euro). Medaglia di bronzo invece ad Emil Tedeschi, titolare del gruppo Atlantic e soprattutto di 1 miliardo e 100 milioni di kune, circa 145 milioni di euro.

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