Park di via della Cereria 500 firme per dire no

Con i loro banchetti allestiti per due giornate in Cavana hanno raccolto più o meno 500 firme. E continueranno a raccoglierne per altre quattro mattinate del sabato, fino a quella del 3 dicembre. L’ob...
Silvano Trieste 16/08/2011 Prospezioni Archeologiche, Preventive, Via Cereria
Silvano Trieste 16/08/2011 Prospezioni Archeologiche, Preventive, Via Cereria

Con i loro banchetti allestiti per due giornate in Cavana hanno raccolto più o meno 500 firme. E continueranno a raccoglierne per altre quattro mattinate del sabato, fino a quella del 3 dicembre.

L’obiettivo del neocostituito “Comitato per il giardino di via della Cereria” è lineare: indurre il Comune a riconsiderare il progetto del parcheggio interrato da 75 posti auto individuando un’altra area in cui realizzarlo; e al contempo far sì che l’ultimo polmone verde rimasto in Cittavecchia venga recuperato e attrezzato per la fruizione pubblica. A chiederlo sarà una petizione popolare che il Comitato si appresta a redigere, e che potrà presentare all’amministrazione comunale forte delle sottoscrizioni raccolte.

Dopo gli incontri avuti con l’assessore ai lavori pubblici Elena Marchigiani, che pure aveva già rassicurato sulla volontà del Comune di «interpellare costantemente il comitato e gli altri cittadini attraverso la Circoscrizione» sull’evolversi della situazione, il comitato alza il tiro e intende chiedere il blocco del progetto. Un progetto affidato all’impresa Riccesi che pure, aveva spiegato la stessa Marchigiani, «andrà comunque sottoposto a una lunga serie di pareri di conformità paesaggistica e di qualità su cui potranno incidere gli uffici comunali».

«Questa amministrazione sostiene di essersi trovata con un iter già compiuto, ma tutto si può fare», esordisce Pietro Da Dalt, architetto, uno dei referenti del Comitato: «Non sono contrario al business, sia chiaro, ma lo sono alla speculazione. Ci viene proposta un’area verde sopra il park, ma servirebbe solo per portarci i cani: o si fa un giardino con due metri di terra, o si trovi un’altra soluzione. Un sito più definito e meno distruttivo, che preservi sia il business che l’ambiente, dopo 15 anni di cementificazione della città». Da Dalt cita peraltro «corsi d’acqua» sottostanti l’area e caseggiati costruiti «sopra un’enorme cisterna sotterranea»: problemi statici e idrogeologici, insomma, sebbene dalle prospezioni archeologiche effettuate ad agosto non siano emersi resti di epoca romana.

Ma il Comitato nutre anche un altro sospetto: «Anni fa era stato presentato il progetto per la costruzione di un albergo al posto delle vecchie carceri. Non verrà riproposto - si chiede Da Dalt - con la partenza del cantiere del park?»

Una domanda questa che si pone anche un’altra referente del Comitato, Cinzia Stefanucci, la quale annota come il giardino di via della Cereria potrebbe servire le scuole del vicinato. In ogni caso un giardino da preservare, sostiene il Comitato, nell’ottica del «potenziamento del verde a disposizione della cittadinanza: non ci sono i soldi per mantenerlo? Vuol dire che creeremo un comitato per la manutenzione», dice Da Dalt.

«Il primo e fondamentale approccio - interviene l’ex consigliere comunale dei Verdi Alfredo Racovelli - è quello della trasparenza: al Comune abbiamo fatto presente che bisogna ripartire dalla novazione per capire i termini dell’accordo predisposto come compensazione per la mancata opera in Ponterosso, e potere evitare così una nuova cementificazione. Sarebbe molto grave che il sindaco Cosolini riproducesse la speculazione decisa in passato. Noi restiamo in attesa di una risposta». (p.b.)

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