Parola d’ordine: formazione Caccia aperta a elettricisti, tubisti, saldatori, carpentieri
lo scenario
Saldatore, tubista, allestitore o elettricista, ma con alta specializzazione. Solo con queste credenziali c’è la sicurezza di trovare occupazione pure ben pagata. Ed è quello che richiede il mercato del lavoro monfalconese che negli anni, condizionato dalla Fincantieri, ha visto affermarsi una vocazione metalmeccanica e navalmeccanica con la concentrazione sul territorio delle più importanti aziende del Fvg. Non c’è soltanto la Fincantieri che, grazie alle commesse garantirà lavoro sino al 2028 ma che è a caccia serrata di manodopera specializzata, per sé e per le aziende dell’indotto. Il panorama industriale, in chiaroscuro, vede tutta una serie di aziende con situazioni alterne legate alle fasi di mercato.
Come la Sbe con i suoi 480-500 dipendenti diretti, che realizza tutto il range di prodotti della vite e dei bulloni. Attualmente c’è un calo del lavoro dovuto alla crisi dell’automotive. Non c’è cassintegrazione, si stanno utilizzando le ferie per affrontare lo scarico di produzione. Poco distante la Nidec, che realizza motori elettrici e che occupa almeno 450 persone. Le commesse russe sono un ricordo, ma è finito il periodo dei contratti di solidarietà e le maestranze sono tornate al lavoro anche se non ad alti regimi. Ci sono alcune scadenze da onorare. Tutte aziende che in ogni caso guardano al mercato del lavoro per trovare le maestranze più specializzate. Il monfalconese si sta facendo la fama di zona dove si trova lavoro se si è specializzati e i reclutamenti si susseguono durante l’anno. Poco tempo fa c’è stato anche quello della Monte Carlo Yacht che dà lavoro a oltre 300 persone e che ha visto l’apertura a fianco dello stabilimento di un’area per la produzione dei maxi a vela Cnb.
Senza spostarsi troppo c’è la Mangiarotti, colosso multinazionale che lavora nel settore nucleare e Oil & Gas. L’azienda sembra abbia chiesto uno sforzo ai suoi dipendenti per accontentare le commesse che garantiscono occupazione a più di 300 persone. Situazione simile alla Cimolai dove lavorano oltre 150 su commesse internazionali, costruzioni meccaniche. Anche in questi caso il lavoro non manca e l’azienda spinge sui dipendenti per completare le realizzazioni, pezzi unici al mondo che poi vanno a completare infrastrutture come ponti, edifici e altro. Ed è così anche per le più grandi aziende del comparto Fincantieri che vedono decollato il lavoro. In ogni caso un panorama in bianco e nero, con aziende che stanno decollando e altre che rallentano. Se va bene in certi rami della metalmeccanica, in altri come l’elettronica non è propèrio così.
Ne sa qualcosa la MW di Ronchi dei Legionari che per la terza volta vede l’applicazione della cassintegrazione ordinaria per scarico di lavoro e che sta preparando un nuovo percorso per i circa 180 dipendenti che vi lavorano. Nella medesima condizione la vicina Astrel di Mossa impegnata nel settore elettronico. Tutt’altra prospettiva invece per le aziende che operano nel cosiddetto Comparto del freddo che sono fiorite a Monfalcone e dintorni (una di queste la Roen Est) che stanno vivendo un boom del lavoro. E che magari sono a caccia anche di personale specializzato. Ma si fa fatica a trovare le maestranze, molti lavoratori di alcune aziende chiuse dalla crisi (una su tutte la Eaton) sono riusciti a trovare una ricollocazione, anche dopo i fondamentali corsi di formazione della Regione. Bisogna sempre di più andare in giro azienda per azienda per capire le esigenze produttive. E affinare i sistemi di incontro tra domanda e offerta. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo