Parte la rinascita del “Trgovski Dom”
Ricordando il tragico 90° anniversario della devastazione subita dalle squadre fasciste, il Trgovski Dom di Gorizia guarda aventi e getta le basi del suo futuro, togliendo i veli al progetto che lo porterà a riappropriarsi del suo ruolo centrale nella vita goriziana. E che lo trasformerà in un grande centro culturale aperto a tutta la cittadinanza. Il tutto grazie ad una rinnovata e convinta collaborazione tra la Biblioteca statale slovena e la Bsi, che fonderanno in un unico insieme gli spazi rispettivi assegnati in quello che è uno degli edifici simbolo di Gorizia, progettato da Max Fabiani. Se ne è parlato proprio nella sala conferenze aperta ormai da qualche anno al piano terra, negli spazi che si affacciano su corso Verdi: c'erano il coordinatore della commissione per il Trgovski dom Livio Semolic, i direttori delle biblioteche slovena e isontina, Luisa Gergolet e Marco Menato, e gli architetti che seguono i due progetti di recupero, Dimitri Waltritsch e Luigi Di Dato. «Il ricordo di quanto accaduto 90 anni fa rappresenta per noi uno stimolo a guardare al futuro - ha detto Semolic -, e a presentare il progetto che permetterà al Trgovski Dom di presentare un'offerta culturale completa in sinergia tra le 2 biblioteche, quella slovena e quella isontina. Immaginiamo un grande centro culturale accessibile e moderno». Sul quale, magari, un giorno vicino potrà tornare anche la scritta Trgovski Dom, eliminata dopo il raid degli squadristi fascisti del 4 novembre 1926, raccontato ieri assieme alla lunga storia dell'edificio da Luisa Gergolet. Una storia che è poi quella della comunità e dell'associazionismo sloveno. Un vero punto di riferimento, insomma, quello che è destinato a tornare nel giro di qualche anno nell'auspicio dei promotori dei progetti odierni. Progetti che sono essenzialmente due. Da un lato il completamento del recupero della Sala Petrarca (che, come ha spiegato ieri Marco Menato, sarebbe più corretto chiamare Teatro Fabiani) e del piano sotterraneo. Il primo lotto dell'intervento, i cui lavori sono in corso per una somma attorno ai 210mila euro, non permetterà di rendere subito nuovamente fruibili alla cittadinanza gli spazi, ma recupererà la struttura e le sue funzionalità. Dall'altro, invece, il progetto per la sistemazione degli spazi al piano terra affidati alla biblioteca slovena, che andranno poi a fondersi con quelli già oggi aperti. L'obiettivo sarà avere una biblioteca civica aperta, moderna, a misura di cittadino e fruibile con orari e modalità molto ampi ed elastici. Gli 800mila euro necessari ai lavori dovrebbero essere inseriti nella Finanziaria regionale, e se tutto procederà come deve entro la fine della prossima estate il cantiere potrà essere realtà, per chiudersi poi nel giro di 10 mesi, nel corso del 2018. Per allora si studieranno anche modi per valorizzare altri spazi ai piani superiori del Trgovski Dom: a breve il 4° piano sarà a disposizione delle scuole di musica slovene "Emil Komel" e "Glasbena Matica", mentre si sta lavorando per individuare una sede degna al Gect Go, magari in quel secondo piano attualmente assegnato al Ministero di Grazia e Giustizia, ma ampiamente sottoutilizzato.
Marco Bisiach
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