Pascolo sociale e usi civici per bonificare la landa carsica
TRIESTE
Valutare se procedere all’ulteriore trasformazione del bosco in landa carsica per intensificare l’allevamento di bestiame. Intervenire con attività di bonifica nella superficie di pascolo invasa da piante non commestibili e talvolta dannose per gli animali. Verificare se ancora persista l’interesse pubblico su quello che la definizione ufficiale descrive come “progetto di recupero ambientale della landa carsica in località Basovizza”.
In una delle ultime sedute della giunta comunale triestina, Lorenzo Giorgi, che detiene la delega al Patrimonio, ha spiegato il perchè di un protocollo d’intesa pensato per organizzare la prospettiva di questa porzione di Carso. Sottoscrittori del documento saranno, oltre al Comune. l’Uti giuliana con il dirigente Fulvio della Vedova, il Pascolo Sociale di Basovizza con il presidente Alessandro Zagar, il Comitato per l’amministrazione separata dei beni civici di Basovizza con il responsabile Marco Arduini.
Obiettivo principale del protocollo è quello di bonificare l’area interessata dalle indesiderate piante come l’ailanto e il senecio inaequidens, piante non commestibili e dannose se ingerite dal bestiame al pascolo. Pascolo che, stante l’invasione vegetale, vede compromessa la sua utilizzabilità, ragion per cui bonificare significa - secondo il testo del protocollo - non vanificare gli investimenti eseguiti con le risorse della disciolta Provincia.
Ricordiamo che nel 2007 il Pascolo Sociale aveva ottenuto in affitto per 9 anni alcuni fondi rustici dal Comitato per gli usi civici per apportare migliorie agricolo-forestali, per il ripristino della landa carsica, per lo sfalcio dell’erba. Nel dicembre 2017 i due contraenti hanno firmato un nuovo contratto d’affitto per altri 9 anni, a scadenza alla fine del 2026. Nel 2010 è stata inoltre completata la struttura per la stabulazione dei bovini.
La Provincia aveva finanziato con 800 mila euro il ricovero per gli animali, il ripristino della landa, le recinzioni di una cinquantina di ettari destinati a riprendere l’aspetto che avevano un secolo fa. Un lavoro che il Pascolo Sociale ha portato a compimento con la consulenza delle Università di Trieste, Udine, Padova. L’area interessata è compresa tra la strada Basovizza-Lipizza e le prime rampe che salgono verso il monte Concusso. Il diradamento della boscaglia ha ricreato l’antica landa, con funzione di pascolo. Erano previste alcune decine di bovini da carne di alta qualità. Ma l’invasione di ailanto e di senecio rischia di compromettere lo spazio di pascolo e con esso l’attività di allevamento. Urgono allora interventi e investimenti perchè i bovini possano alimentarsi in un habitat adeguato.
MAGR
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