Pasticceria Pirona Fontanot ci riprova “chiamando” Trieste

L’idea dell’imprenditore è di coinvolgere triestini ed enti: contributi per arrivare a un’offerta d’acquisto più corposa

TRIESTE Paolo Fontanot non si arrende. Il patron del Pane Quotidiano, unico nome a oggi noto che si è fatto avanti per acquistare la pasticceria Pirona, in vendita da mesi, sta studiando un progetto di crowdfunding per riuscire nell’impresa di restituire il gioiello storico alla città. Partendo proprio da cittadini e istituzioni.

Ancora l’estate scorsa, il proprietario della catena di panifici aveva formulato alla proprietà, Unicredit leasing, una proposta di rilancio dell’attività, continuando la tradizione con pasticceria e caffetteria ma introducendo anche la vendita del pane. La sua offerta corrispondeva a 95mila euro e a un investimento da 300mila euro a cui si aggiungeva l’acquisto per 40mila euro degli arredi in mano alla Fondazione CRTrieste.

L’istituto di credito, però, che ha messo in vendita l’immobile a 268mila euro per 160 metri quadrati di superficie commerciale attraverso un’agenzia di Faenza, non ha ancora dato una risposta definitiva. L’unica cosa trapelata nei mesi è stata che l’istituto di credito non considerava in linea con le proprie aspettative l’offerta di Fontanot, ma che era ed è tuttora aperta a un confronto. «Da quello che ho compreso, loro non sono disposti a trattare più di tanto», spiega Fontanot. La società bancaria, contattata, fa invece capire che non ci sono chiusure, che si stanno raccogliendo tutte le manifestazioni d’interesse e che al termine si capirà come muoversi.

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Nell’attesa Fontanot non sta con le mani in mano e si è intanto deciso a procedere attraverso un’altra strada: «Stiamo pensando di fare qualcosa a livello cittadino - annuncia l’imprenditore, caparbio -. Vorremmo fare una specie di raccolta fondi dedicata all’acquisizione della pasticceria Pirona per poter avviare una trattativa migliore. Stiamo capendo come fare a livello legale. Esiste una strada, che potrebbe essere quella del crowdfunding - specifica -. Se idealmente ogni triestino devolvesse un euro, avremmo risolto i problemi. Ecco dunque che se tutti si mettessero di guizzo buono, la mia azienda in primis, ma anche i cittadini, il Comune, la CRTrieste e la Soprintendenza, saremmo una forza. Proviamo a mettere più armi insieme e forse ce la faremo. Il prossimo passo di Pane Quotdiano - conclude - è quello di coinvolgere istituzioni e cittadini in un progetto che è allo studio dall’azienda».

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I dubbi che si pone il “re dei panettieri” riguardano l’esito del possibile crowdfunding: «Se alla fine i denari raccolti sono troppo pochi oppure se la trattativa non ha l’esito sperato, come posso restituire i fondi ai cittadini che vi hanno investito?», si chiede Fontanot. Per rispondere a queste domande ha bisogno quindi di un po’ più di tempo, per formulare al meglio quello che è il programma che gli frulla in testa. Anche perché acquistare il foro commerciale per quasi 300mila euro è un passo che ancora non si sente di fare. «Io rispondo per 105 famiglie, stiamo crescendo, vero, ma devo stare attento e non posso avviare un’attività che comunque partirebbe subito in perdita - dice -. Sappiamo che il posto è chiuso da tempo e che quindi ci vuole un po’ di rodaggio per rimetterlo in sesto».

Nel frattempo continua a campeggiare l’avviso di vendita sulla saracinesca sprangata della pasticceria Pirona. L’affare è in mano alla Real estate discount la quale, su richiesta, spiega che il prezzo di vendita con cui potersi aggiudicare direttamente l’immobile è quello di 268mila euro. «In questo caso sarà possibile redigere direttamente una proposta irrevocabile di acquisto», si precisa per iscritto. Ma c’è anche una seconda opzione. «Nel caso invece si volesse offrire un prezzo inferiore, si potrà inviare l’offerta che verrà valutata dalla proprietà e, in caso positivo, verrà aperta un’asta online che avrà come prezzo base quello indicato in offerta». Il ribasso non dovrebbe andare al di sotto del -10-11%. Unicredit leasing smentisce quest’ultima versione, spiegando che «non è stata decisa ancora la modalità. Non appena si tireranno le fila (una data precisa non c’è, ndr), non solo economiche, in base alla tipologia e al numero di offerte, si deciderà come muoversi».
 

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