Patrie Furlane anti-Venezia Giulia incassa l’appoggio di Tomasinsig

All’incontro dei friulanisti anche il sindaco di Gradisca, mentre i promotori svelano che a Mariano molti firmano come “cittadini friulani”

CORMONS

Considerano la Venezia Giulia «un toponimo di ambiguità e indeterminatezza». E non solo. Rincarano la dose, parlano di «un concetto utilizzato dai nazionalisti italiani per identificare mire espansionistiche verso Est». Le parole sono quelle dell’archivista Donato Toffoli, pronunciate nel corso della conferenza “Venezia Giulia. Una regione inventata”, che ha ribadito come si tratti «di un territorio che non esiste» durante l’affollato incontro alla Casa Riz a Giassico, luogo scelto sia perché Insic, il nome originario del borgo, è sloveno a testimonianza della ricca varietà linguistica del territorio, sia perché si trova a pochi passi da quel fiume Judrio che per secoli è stato sinonimo di divisione.

Nell’incontro promosso da Progetto per Cormons e Patrie Furlane il relatore Toffoli ha ripercorso alcune tappe. «Si sa perfettamente – dice – quando il toponimo Venezia Giulia sia stato scritto la prima volta: il 23 agosto 1863 da Graziadio Isaia Ascoli su un giornale milanese anti-asburgico. All’epoca il confine con l’Austria era nei pressi di Verona, e il contesto geopolitico è cambiato solo tre anni dopo, quando l’Italia è arrivata fino allo Judrio. In quell’articolo Ascoli parlava di Tre Venezie come territori d’oltreconfine: quella Tridentina, quella cosiddetta “Propria” che arrivava appunto fino allo Judrio e la Venezia Giulia. Un concetto, quest’ultimo, indistinto, che è stato poi riutilizzato con mire espansionistiche e radere al suolo il concetto di Friuli».

Alessandro Pian di Patrie Furlane, parlando in marilenghe, si è soffermato invece «sull’importanza di difendere la friulanità di Gorizia: no a cambiamenti di nomi, perché modificarli significa togliere l’identità a chi li porta. È sbagliato definirci “friulanisti”, siamo persone che hanno a cuore il loro territorio». Nel corso della serata Elena Gasparin e Edoardo Mauri hanno rilanciato la petizione per dire no all’«annessione» del Goriziano a Trieste. «La stessa minoranza slovena si sta mobilitando per aiutarci a raccogliere le firme», dice Gasparin. Invece Mauri ha ringraziato il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, presente alla serata, che appoggia la battaglia di PpC e definita «una gradita eccezione» fra i primi cittadini. E poi la curiosità: «A Mariano su un modulo intero di firme – svela Mauri – i cittadini alla domanda sulla cittadinanza, invece di italiana, hanno scritto friulana». —

M. F.

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