Pdl a congresso, 15 caselle per pesare big e new entry

Ventuno i posti già blindati, ma ce ne sono altri da votare per il coordinamento Quagliariello alla presidenza della convention provinciale di domenica
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 03 11 05 - Fiera - Festa Forza Italia -
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Congresso unitario, presieduto dal senatore Gaetano Quagliariello, con 21 posti già blindati su 36 nel coordinamento che va a nascere. Per gli altri 15 nomi ci sarà libertà di scelta e qualche interessante segnale potrebbe venir fuori, con numeri in grado di celebrare - più o meno a sorpresa - il peso di esponenti del partito oppure di sentenziarne lo scarso seguito all’interno del movimento stesso. Posto che, nell’ombra e in queste ore, qualcuno avrà certamente scelto di chiamarsi fuori, indicando ai suoi “fedelissimi” di puntare su altri cavalli. Ma siccome questi movimenti sotterranei tali rimarranno, gli interrogativi che si aprono includono tutti. E allora: chi sarà ad esempio il più votato fra i consiglieri comunali o regionali pidiellini attualmente in carica ed eleggibili nel coordinamento? Piero Camber o Maurizio Bucci? Paolo Rovis o Bruno Marini? Claudio Giacomelli, Everest Bertoli o Manuela Declich? Sono questi i contorni entro i quali si terrà l’imminente appuntamento congressuale del Pdl provinciale, in programma domenica alla Sala Oceania della Stazione marittima: dibattito dalle 10.30 alle 12, seggi aperti dalle 12 alle 19.

La lista unica

Sarà, dunque, congresso unitario. Con una lista unica in corsa, e che automaticamente andrà a delineare il nuovo coordinamento provinciale del Popolo della Libertà. In testa all’elenco ci sono gli uscenti Sandra Savino e Piero Tononi, pronti quindi a rivestire subito i panni di coordinatore (in barba all’incompatibilità con il suo ruolo di assessore regionale, alla luce del noto accordo di aprile fra Silvio Berlusconi e Giulio Camber che rispunterà in sede di eventuale contestazione) e vicecoordinatore vicario. Poi, gli altri 15 nominativi “bloccati”, certi di far parte del board: Angela Brandi, Viviana Carboni, Bruno Eva, Adriana Frappi Poldini Carbonera, Tiziana Giacobelli, Paris Lippi, Piergiorgio Luccarini, Giorgio Maranzana, Livio Maraspin, Antonio Perossa, Rita Rapotez, Giorgio Ret, Fulvio Sluga, Denis Zigante e Mauro Zinnanti. Dodici conferme su 15 rispetto alla squadra uscente, all’epoca interamente nominata (quello di domenica è il primo congresso provinciale del Pdl). Le new entry sicure sono Adriana Frappi Poldini Carbonera e Antonio Perossa, entrambi noti nel mondo del sociale, e Rita Rapotez, componente della giunta esecutiva della locale Confartigianato. Altri ingressi certi: Claudio Grizon e Massimo Romita, in quanto capogruppo e vicecapogruppo in Consiglio provinciale, e i responsabili della sezione giovani Marco Gombacci e Giuliano De Vita. E ventuno nomi su 36 sono così già noti.

Le 15 caselle vuote

Sulle schede andranno riempite poi 15 caselle ancora. Qui senza vincolo alcuno, ma specificando nomi a scelta fra i circa 200 iscritti con lo status di “associati” (al 31 ottobre scorso), i quali hanno diritto all’elettorato attivo e passivo. Gli “aderenti”, invece, possono solamente votare ma non essere votati. Il bacino di potenziali votanti è «di circa 1.500 iscritti», specifica il vicecoordinatore Piero Tononi.

Mozioni e interventi

I rumors annunciano la certa presentazione di una mozione in appoggio alla lista, improntata a temi quali ambiente, lavoro e attività produttive, così come di un atto firmato dai giovani del Pdl. Non è escluso poi l’arrivo di ulteriori documenti, da presentare al presidente del congresso Quagliariello o ai vicepresidenti che lo stesso parlamentare indicherà.

Dipiazza spettatore

E l’ex sindaco Roberto Dipiazza, dichiaratosi fedele al Pdl ma smarcatosi dalla costola triestina del partito? Ci sarà e con intenzioni tutt’altro che bellicose: «Si va a congresso per unire, non per dividere - esordisce Dipiazza -. Sarà fatto il punto della situazione politica, con l’intento poi di superare certi muri. Voglio fare da spettatore, cercando di unire se ci sarà questa possibilità. Il partito è il partito: non è mio, né di Giulio Camber», rileva l’ex primo cittadino. Che chiude sibillino: «Dopo dieci anni abbiamo consegnato la città al centrosinistra, con alcune scelte sbagliate...».

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