Pena minima all’anziana che rubò le arance alla Coop

Venti giorni di reclusione e 50 euro di multa. Questa la pena inflitta con la condizionale alla pensionata di 77 anni che aveva infilato nella propria borsetta due arance e un paio di bistecche...
sterle trieste cooperative operaie l go barriera parcheggio
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Venti giorni di reclusione e 50 euro di multa. Questa la pena inflitta con la condizionale alla pensionata di 77 anni che aveva infilato nella propria borsetta due arance e un paio di bistecche sottratte dal bancone del supermercato che le Cooperative operaie gestiscono in largo Barriera. Il giudice Marco Casavecchia ha ridimensionato il capo d’accusa da furto in tentato furto e ha applicato all’anziana il minimo della pena.

L’imputata dovrà però risarcire le Cooperative operaie che si erano costituite in giudizio. L’avvocato che aveva rappresentato le Coop quattro mesi fa nella prima udienza, ha però rinunciato clamorosamente al mandato non condividendo la scelta “sociale” di chi gli aveva affidato l’incarico. In aula nell’udienza al termine della quale è stata pronunciata la sentenza, il primo difensore è stato così sostituito da una collega dello studio Borgna. L’avvocato Paola Bosari ha ridimensionato la richiesta di risarcimento per il “prelievo” delle due arance e di un paio di bistecche, valore complessivo 19 euro. La richiesta delle Coop è così passata da 500 a 300 euro, ulteriormente ridotta nella sentenza a 100 euro. In sintesi qualcosa si è mosso: non si sa se nel cuore o nella mente. Certo è che il giudice ha accolto la tesi sostenuta dal difensore, l’avvocato Daniela Triolo e ha concesso all’anziana tutti i benefici di legge.

«Mi riservo di valutare se impugnare in appello la condanna» ha affermato l’avvocato Triolo. Il processo - il primo in cui le Coop si sono costituite parte civile chiedendo di essere risarcite per il danno "morale" patito in conseguenza del furto - rappresenta una svolta nella linea di condotta dei vertici che gestiscono la società che ha più di 110 mila soci, vanta prestiti dei soci pari a 160 milioni di euro e ha un fatturato di quasi 124 milioni l’anno. «Pietà l'è morta» aveva affermato a margine della prima udienza un legale che aveva ritenuto che alla base del "prelievo" effettuato dalla pensionata vi fosse l'indigenza che accomuna l'imputata a tanti anziani costretti a sopravvivere con la pensione "minima".

«Il furto è furto e non può essere giustificato nemmeno dalla fame» aveva ribattuto, severo, un collega. «È un segno della crisi economica che si sta estendendo e penalizza i più poveri» aveva aggiunto un terzo.

Certo è che le Coop subiscono ogni anno a Trieste "prelievi" ingiustificati di merce dai propri supermercati per un valore complessivo superiore di tre milioni di euro. Una cifra enorme che si riflette sul bilancio e necessariamente, anche sui prezzi praticati al dettaglio.c.e.

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