«Per fortuna solo spiccioli per l’offshore a Venezia»
«Potrebbe non esistere un futuro sostenibile per il Porto di Trieste – compresa la riqualificazione di Porto Vecchio - se la piattaforma offshore di Venezia dovesse arrivare a compimento: un progetto così assurdamente oneroso stroncherebbe qualunque possibilità di sviluppo per tutti gli altri porti nord-adriatici. E inoltre, visti gli alti costi di manutenzione e lavorazione delle merci, non produrrebbe alcun valore aggiunto per la portualità italiana». Lo dice il senatore Francesco Russo.
«È una battaglia che personalmente, assieme alla presidente Serracchiani, sto portando avanti già da qualche tempo: non è un caso se quest’anno nella legge di Stabilità il contributo all’opera veneziana si è ridotto alla cifra poco più che simbolica di poco più di 70 mila euro a fronte dei 100 milioni richiesti segno che anche a Roma più di una perplessità sulla fattibilità e sull’utilità di questo progetto esiste. Adesso – e lo dico soprattutto a tutta la classe politica locale e regionale - non è più il momento di sterili polemiche o divisioni strumentali: tutti gli operatori portuali della nostra città, e lo so per averli incontrati personalmente, stanno chiedendo a gran voce una levata di scudi collettiva contro la piattaforma offshore a largo della Laguna. Fino ad adesso, però, inspiegabilmente, solo il Pd ha preso una posizione forte a tal proposito. E non è sufficiente».
«Ecco perché ai fantomatici e autoproclamati difensori del porto triestino – Lega Nord, Movimento Cinque Stelle, e un pezzo di Forza Italia – che nelle ultime settimane non hanno risparmiato sterili critiche alla sdemanializzazione di Porto Vecchio, dico di mettere piuttosto le stesse energie a sostegno di un azione comune che, sulla base di dati e studi di fattibilità, sbugiardi una volta per tutte l’assurdo progetto veneziano»
Riproduzione riservata © Il Piccolo