«Per il fisco sono un fantasma e non mi sento in colpa»

Nereo (nome di fantasia) fa l’autista di Ncc, le macchine a noleggio con conducente «Mi sono lasciato alle spalle la mia vita precedente. Ero stufo di tutti quegli obblighi»
Vetture Ncc (noleggio con conducente) all'aeroporto di Fiumicino. Prosegue a ritmo serrato, all'aeroporto Leonardo Da Vinci, la "task force" predisposta congiuntamente dalla forze dell'ordine - Polaria, Guardia di Finanza e Polizia locale di Fiumicino - nei confronti del noleggiatori con conducente (Ncc) e dei tassisti irregolari, nell'ambito dell'operazione denominata "Estate Sicura". ANSA/TELENEWS
Vetture Ncc (noleggio con conducente) all'aeroporto di Fiumicino. Prosegue a ritmo serrato, all'aeroporto Leonardo Da Vinci, la "task force" predisposta congiuntamente dalla forze dell'ordine - Polaria, Guardia di Finanza e Polizia locale di Fiumicino - nei confronti del noleggiatori con conducente (Ncc) e dei tassisti irregolari, nell'ambito dell'operazione denominata "Estate Sicura". ANSA/TELENEWS

Nella realtà del lavoro nero e abusivo ci si può ritrovare ad ascoltare vicende personali delle più diverse. Sono le storie legate alla perdita del lavoro, alla passiva accettazione della crisi, alle reazioni assenti ed incapaci di palesarsi. A volte, a dettare la partecipazione al mondo del sommerso è la scelta, in ragione di una consapevole lucidità acquisita nel tempo. Nereo (nome di fantasia) ha scelto di rendersi invisibile, lavorando nel noleggio con conducente. «Ero stanco di tutto, stanco di quello che avevo intorno, del lavoro precedente e degli obblighi che si facevano ogni giorno più difficili: dopo alcune situazioni non semplici mi sono chiesto se non avesse senso, personalmente, di sparire del tutto».

Nereo racconta l’affetto «verso la vita precedente. Stavo bene, non potevo lamentarmi. È successo tutto in un paio di anni, la pressione, le promesse disattese da parte di altre persone, il mio fidarmi. Dopo un periodo lontano da questa città ho deciso di diventare un fantasma». Ci sono itinerari difficili da seguire e da accettare, e giudizi collettivi che pendono sulle teste di chi decide di scomparire. «Le persone pensano sia complicato: non è vero. All’interno del sistema ci sono moltissime falle, ad un certo punto sembra che tutti si dimentichino di te. Se lavori da regolare e non fai la dichiarazione dei redditi allora è un reato, se lavori e non paghi semplicemente non succede niente».

Fare l’autista dei mezzi identificati dall’acronimo Ncc (noleggio con conducente, ndr) in Italia passa attraverso le licenze. «Eppure esistono compravendite di queste licenze che dovrebbero essere restituite al Comune. Succede, è una prassi consolidata», afferma Nereo. «Sono ormai tanti anni che porto la gente in giro, l’ho fatto anche all’estero. Non faccio pubblicità, non mi fermo sulle piazzole di sosta dei taxi, cosa che invece in moltissimi fanno soprattutto nei parcheggi degli aeroporti. L’Ncc deve partire dalla rimessa, mentre in tanti si travestono da tassisti regolari».

«La metamorfosi di una persona è dolorosa e può incutere timore, diventa spaventosa; buttare via tutto, ricostruirsi una vita, vedere che le cose belle ti scivolano dalle mani, ecco, tutto ciò è difficile. Nella transizione ho ricominciato a camminare, anche se ho fatto una scelta, quella di rendermi invisibile». Rifarebbe tutto? «Sì, la mia vita, oggi come oggi non la cambio con nient’altro».

Nereo non si sente in colpa per la decisione presa. «I non bravi cittadini sono moltissimi, non sono certamente l’unico. Posso sentirmi in colpa quando, per ragioni inspiegabili, ad un pensionato con la minima vengono tolti 50 euro; ecco, verso quella persona sì che provo un senso di colpa». «In tutta questa vicenda», continua Nereo, «non peso sulle spalle di nessuno, è una faccenda personale, mi sento come se fossi un ingranaggio che gira come vuole lui. Esistono degli evasori totali e se vedi le cronache spesso nel 95 per cento dei casi riescono a farla franca. Ci sono 200 miliardi di euro di nero in Italia, e non credo che la responsabilità ricada sull’idraulico o sul conducente senza licenza. Direi piuttosto che la criminalità organizzata è la realtà che porta avanti tutto questo, anche se si sa che il contante che gira fa parte dell’operazione di riciclaggio di denaro che le mafie mettono in atto».

All’interno del lavoro nero sopravvive un atteggiamento che non riflette i valori positivi della società civile, il vortice delle impostazioni che rischiano di diventare modelli di riferimento, quelle per cui ci si debba nascondere dietro ad affermazioni basate sul valore avversativo del però. «Perché non liberalizzare le licenze? Perché non dare la possibilità alle persone di svolgere quella professione in maniera libera, senza vincoli?», chiede Nereo. «Lavoravo con due macchine fino a qualche anno fa, poi invece mi sono messo esclusivamente a guidare, così anche se vado incontro a delle spese, il guadagno finale è tutto mio».

Nereo ha scelto di stare dalla parte di chi non esiste, di chi assume le sembianze di un fantasma che lo Stato spesso non riesce a tracciare. Le reazioni di chi invece sta dalla parte della legalità sono caratterizzate dall’arrabbiatura costante, per la distanza che intercorre tra chi preferisce nascondersi, tra chi sceglie di farlo e chi invece sta nella zona di trasparenza. «Quando ha avuto alcuni problemi me sono rimasto in silenzio; non chiedo la disoccupazione come fanno in tanti, non cerco l’aiuto istituzionale o della rete di protezione. Mi arrangio come ho sempre fatto nella mia vita». «È vero che il nero va a svantaggio di chi fa le cose regolarmente ma penso ci possano essere delle soluzioni diverse rispetto a essere parte di vere e proprie lobby».

Sembrano scene dal film I soliti sospetti, l’ingranaggio e le fughe verso un mondo isolato, dove sopravvive chi pensa di fregare il sistema nel quale ci si muove; come nella pellicola girata si potrebbe pensare all’epitaffio, alla chiusura della scena: «La beffa più grande che il Diavolo abbia mai fatto è convincere il mondo che lui non esiste». Naturalmente le testimonianze sul lavoro nero e sull’abuso di professione dividono chi le ascolta e possiedono delle logiche tutte proprie. Il sommerso esiste ed è spesso visibile anche se non ci si accorge di vivere accanto a lavoratori che scelgono, come Nereo, di scomparire.

Nereo ha scelto di rimanere invisibile e, anche se non si può paragonarlo a Keyser Söze, il protagonista de I soliti sospetti impersonificato da Kevin Spacey, rimane nel limbo di chi non compare e non è raffigurabile. Nella film cercano in tutti i modi di incastrarlo e di trovarlo colpevole, senza ottenere alcun risultato. Il mondo del lavoro nero spesso fa paura e non ha caratterizzazioni idealmente positive. Tuttavia, a differenza del Diavolo, esiste. Eccome, se esiste.

2. continua

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