Per l’albero di Ungaretti in 12mila al Vittoriano

La pianta cantata dal poeta soldato esposta con vari cimeli e documenti prima all’Altare del Patria e ora trasferita all’Accademia di Ungheria
Di Stefano Bizzi

SAGRADO. Oltre 12mila visitatori in poco più di una settimana. Come previsto alla vigilia, per la mostra "San Martino del Carso, il poeta e l'Albero Isolato" l’Altare della Patria si è rivelato il più grande palcoscenico possibile ed immaginabile. Al Vittoriano di Roma il piccolo Gruppo speleologico carsico ha dimostrato a tutti che vivere in periferia non è un limite assoluto. Anche chi parte da San Martino del Carso può organizzare un grande evento e raggiungere traguardi prestigiosi con numeri importanti. Ci vogliono solo idee originali e tanta buona volontà. Le ambizioni dei volontari dell’associazione sagradina non si esauriscono però qui e non solo perché l’allestimento dedicato all’“albero di Ungharetti” si è spostato dal Vittoriano all’Accademia di Ungheria a Roma. Il progetto organizzato in collaborazione con l'associazione Meritum di Szeged rimarrà a palazzo dei Falconieri fino al 4 dicembre anche grazie ai contributi della Fondazione Carigo e della Camera di commercio gopriziana, ma nei giorni scorsi il Gsc ha rinforzato ulteriormente i propri legami con il Paese magiaro. A San Martino sono arrivati prima il direttore del Parco storico nazionale di Pakozd (con il quale sono stati definiti gli ultimi preparativi di una nuova mostra che si si terrà in Ungheria e che verrà inaugurata a marzo del prossimo anno), poi il sindaco della città di Szekesfehervar (sede del museo della Honved nel quale è presente materiale donato dalla stessa associazione sagradina). Ormai di casa è, invece, il direttore del Mora Ferenc Museum di Szeged con cui il gruppo collabora da anni e che la scorsa settimana è salito sul Carso per definire i dettagli di un grande progetto internazionale che nell’estate del prossimo anno vedrà nuovamente protagoniste le due realtà assieme alla stessa Meritum e ad alte istituzioni italiane. Tutti gli ospiti sono stati accompagnati a visitare la mostra "San Martino e l'Albero storto: C'era una volta. Storie da una trincea" (allestita nella sede dell’associazione e realizzata in collaborazione con il museo Banatului di Timisoara, la Provincia di Gorizia, il Comune di Sagrado, l'Ambasciata di Ungheria di Roma e il Consolato di Romania di Trieste, oltre al Museo “Mora Ferenc”) e la mostra "Art&Propaganda nella Grande guerra" (allestita a Romans d’Isonzo in collaborazione con il Comune di Romans, la Provincia di Gorizia, la Fondazione Carigo, il Museo di storia militare di Budapest, il Museo Katona Jozsef di Kecskemét, l'associazione Drustvo Soska Fronta di Nova Gorica, numerosi collezionisti e, ancora una volta, il “Mora Ferenc”). Come sottolineato da Gianfranco Simonit, anima del Gsc, la fitta rete di collaborazioni costruita nel corso degli anni potrebbe portare alla realizzazione di un nuovo grande evento a Roma. Per ora, però, il progetto è in fase ancora embrionale.

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