Per Putin a Belgrado Vučić prepara una piazza gremita da 70 mila persone

BELGRADO Sulla carta, sarà una già di per sé controversa manifestazione in onore di uno dei leader mondiali più discussi, Vladimir Putin, da organizzare nel cuore di un Paese che ha fra le sue priorità l’adesione alla Ue ma ammicca a Mosca. In realtà, con tutta probabilità, sarà una contromanifestazione, sostenuta dalla leadership politica al potere, in risposta alle decine di migliaia di “indignados” che da settimane scendono in strada a Belgrado in opposizione al presidente serbo, Aleksandar Vučić, sicura miccia per nuove tensioni.
Sono queste le due facce di un grande raduno di piazza, dove sono attese almeno 70 mila persone, in programma a Belgrado il prossimo 17 gennaio, giorno in cui in città arriverà in visita ufficiale il presidente russo. Non sarà niente di ambiguo o discutibile, solo una manifestazione di «sostegno all’amicizia tra Serbia e Russia», hanno assicurato ieri due degli organizzatori della marcia, Vladimir Jestrović e Goran Milenković, del “Centro per lo sviluppo di Belgrado". Centro che ha sostenuto che dietro l’iniziativa non ci sarebbe il governo ma solo la volontà di esprimere la vicinanza della Serbia «a Putin e Vučić». I promotori hanno anche spiegato che i partecipanti si incontreranno nel cuore della città, nel pomeriggio, per sfilare poi attraverso il centro fino alla grande cattedrale di San Sava, dove Putin è atteso per una cerimonia.
Ma i dubbi sono tanti, così come forti sono i sospetti che si tratti non tanto di onorare Putin, quanto di lanciare un segnale ai tanti che ogni sabato marciano a Belgrado per chiedere più democrazia e media liberi, urlando la propria rabbia contro Vučić e i suoi. A suffragare la validità di questa teoria sono stati ieri due quotidiani, il filogovernativo Večernje Novosti e il Danas, uno dei pochi giornali indipendenti ancora in edicola in Serbia.
Il Novosti ha anticipato che in piazza per Putin potrebbero affluire «più di 70 mila persone», inquadrate da non meglio specificate organizzazioni «della società civile e patriottiche», con il supporto «del Partito progressista serbo» (Sns) di Vučić.
Ancora più diretto Danas, che ha evocato uno scenario da anni Novanta, con un «kontramiting» governativo contro le opposizioni, «come quello del dicembre 1996» voluto da Milošević «contro gli studenti» in piazza, ha svelato una fonte al giornale. La visita di Putin? Solo un pretesto. Più probabile invece che si tratti di una prova di forza organizzata dall’Sns, che avrebbe «inviato alle sue sedi» in tutta la Serbia la richiesta di mandare a Belgrado il maggior numero di sostenitori possibile. E «si attende l’arrivo di mille autobus» organizzati dall’Sns «da molti parti» del Paese, ha rivelato Danas.
Calcolando una cinquantina di posti in media per pullman, si può tranquillamente prevedere una massiccia calata di paladini di Vučić a Belgrado, il 17 gennaio. A rendere il tutto ancora più esplosivo, il fatto che la manifestazione pro-governo arriverà a un solo giorno da un’altra protesta degli “anti-Vučić”. Che confermano che «dopo sabato 13 ci sarà un appuntamento il 16 gennaio», anniversario dell’omicidio – ancora irrisolto – del leader serbo del Kosovo, Oliver Ivanović. E i numeri, anche in questo caso, si profilano imponenti. —
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