Peroni e Compagno: è mancato il dialogo

I rettori di Trieste e Udine: una riforma a costo zero
TRIESTE
Francesco Peroni, il rettore dell'Università di Trieste, rimanda i commenti a quando la riforma Gelmini sarà diventata legge. Le manifestazioni di piazza? «Difficile sintetizzare eventi diversi, in città diverse, con una sola battuta», aggiunge. A Udine, Cristiana Compagno, il rettore dell'Ateneo friulano, è invece piuttosto critica: «Devo purtroppo rilevare che la discussione sul disegno di legge di riforma universitaria si è tradotto in un problema politico e di ordine pubblico».

Peroni, dunque, rimanda le dichiarazioni a quando la legge sarà approvata dal Parlamento. «Del resto - osserva - pare che non si dovrà attendere molto». Qualche parola in più giunge da Udine. La collega Compagno dice che, nel merito delle manifestazioni studentesche, «qualsiasi commento è difficile». E si rammarica: «Il dibattito sulla legge avrebbe potuto essere una grande opportunità di ascolto e confronto costruttivo tra la politica e le comunità universitarie fatte di studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo».


Anche ieri, pure in regione, non sono mancati i cortei contro la riforma in via di approvazione. Già a inizio dicembre Peroni, solidale, aveva raggiunto il corteo degli studenti triestini che, come in tutta Italia, protestavano contro il progetto di riforma Gelmini: circa 500 ragazzi erano scesi fino in piazza Oberdan, dove il Consiglio studentesco aveva organizzato un sit-in soprattutto per chiedere il ripristino delle borse di studio, attualmente tagliate della metà.


Ma qualche settimana prima, i due rettori del Friuli Venezia Giulia avevano sottolineato in un nota congiunta: «A costo zero sono venute meno le condizioni per varare la riforma». E avevano quindi evidenziato che la Commissione bilancio della Camera, nell'approvare, il 19 novembre scorso, il testo del disegno di legge di riforma dell'università, «ha eliminato tutte le voci di spesa inserite precedentemente, a cominciare da quelle destinate ai nuovi concorsi per professore associato».

Fronte comune, quindi, degli atenei della nostra regione contro le scelte imposte da ddl del ministro Gelmini. Secondo la dichiarazione di Peroni e Compagno, «si tratta di un segnale di grave disimpegno dalla riforma, da parte di governo e Parlamento, ancora una volta all'insegna del rovinoso modello delle riforme a costo zero». Per concludere: «Nessuna riforma, tanto più se di sistema, può essere a costo zero, mentre, a questo punto, coerenza imporrebbe di prendere atto che sono venute meno le condizioni per varare il testo».


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