Perosa, cent’anni di ago, filo ed estro
Brindisi a Palmanova per la storica sartoria artigianale tra ricordi di clienti vip e nuove tecnologie

PALMANOVA. Tre generazioni di sarti.
Dall’ago e filo alle macchine da cucire di ultima generazione, dalle 60 ore necessarie a confezionare un abito alle 30 attuali. La sartoria Perosa festeggia in questi giorni i cent’anni di vita e più. Un brindisi con i clienti e gli amici per celebrare la ricorrenza e rendere omaggio a tutte le persone che nel laboratorio hanno passato le ore a prendere misure, disegnare, trasportare il modello su carta, tagliare e cucire.
Ha attraversato dunque un secolo di storia, la sartoria, seguendo la moda e andando di pari passi con le modifiche del gusto e delle abitudini del clienti. Il fondatore della sartoria Giovanni Perosa conseguì il diploma di sarto da uomo nell’asburgica Trieste: era il 1914. Da San Michele al Tagliamento trasferì la sua prima bottega a Palmanova negli anni Trenta. All’epoca la clientela principale era quella degli ufficiali e dei sottufficiali di stanza in fortezza.
La bottega era collocata all’angolo di piazza Grande, dove ora si trova il bar Eccetera. Un incendio (probabilmente causato un ferro da stiro lasciato acceso) la danneggiò pesantemente.
All’inizio degli anni Cinquanta la sartoria, nella quale nel frattempo erano entrati anche il figlio Roberto e la moglie Maria (per tutti Pina), passa in borgo Aquileia, dove tuttora si trovano il negozio e il laboratorio. Nella scuola di famiglia, poi, entrano sin da ragazzini tre dei quattro figli della coppia: Massimiliano, Cristiano e Consuelo che hanno gestito la sartoria fino ad oggi.
La storia della bottega è ricca di aneddoti. Una contessa inglese faceva disegnare e cucire una marea di abiti sia da uomo che da donna dettando lei le misure, senza far incontrare i sarti con i destinatari dei capi. Un ambasciatore canadese chiese a Roberto di trasferirsi Oltreoceano… Un mondo affascinante, insomma, fatto di disegni a mano, di sarti e apprendisti, di sfilate di moda. Tra gli anni Sessanta e Ottanta la sartoria è arrivata a contare una ventina di dipendenti.
«Ora – racconta Cristiano – il mondo è cambiato. Le persone non sono più neppure disposte a passare un pomeriggio in sartoria per un abito su misura. Pertanto anche il nostro modo di lavorare è mutato, con le nuove tecnologie riusciamo ad abbreviare i tempi, pur offrendo comunque un abito artigianale di qualità. Siamo rimasti in pochi a fare questo mestiere...».
Attualmente la sartoria lavora per i clienti che apprezzano le sue proposte, confezionando su misura abiti eleganti e i vestiti da sposa o da cerimonia. Nel negozio, oltre alle creazioni del laboratorio, sono proposti anche abiti di case di moda.
E proprio ieri, intanto, si è brindato - come detto - a cent’anni di fantasia ed estro creativo, di passione per il proprio lavoro e di cura artigianale per ogni dettaglio.
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