Pesca, Zagabria dà il via al fermo biologico

Disposto fino al 10 gennaio a tutela del pesce azzurro. Ma c’è la deroga per l’antivigilia di Natale
Di Andrea Marsanich
sterle trieste racconto di pesca
sterle trieste racconto di pesca

FIUME. Anche se il fermo pesca dicembrino entra puntualmente in vigore in Croazia da ormai una decina d’anni, pure stavolta ha avuto l’effetto di un pugno allo stomaco a pescatori professionisti e agli amanti del pesce azzurro di piccola taglia. Ci riferiamo a sardelle, papaline e acciughe scomparse dai banconi delle pescherie istriane, fiumane e dalmate: assenza che proseguirà fino al 23 dicembre, antivigilia di Natale. Il ministero croato dell’Agricoltura ha ordinato il divieto di pesca con le reti da circuizione, misura introdotta per tutelare le sardelle e specie affini per le quali quello di dicembre e gennaio è il periodo della riproduzione. Dal dicastero è stato annotato che il fermo biologico è stato disposto dopo i recenti studi scientifici sulla biomassa del pesce azzurro, specificatamente di quello minuto, notevolmente ridottasi in questi anni a causa di una indiscriminata attività alieutica.

Il divieto, scattato alle 12 del 10 dicembre, proseguirà fino a mezzogiorno di martedì 22 dicembre. Quel giorno i pescherecci potranno riprendere il largo (tempo permettendo) ed essere in attività per 24 ore, fino alle 12 del 23 dicembre. A quel punto entrerà in vigore il secondo fermo pesca che durerà fino alle 12 del 10 gennaio. Concedendo una giornata di pesca tra il 22 e il 23 dicembre, le autorità di Zagabria hanno voluto garantire ai consumatori pesce fresco per la vigilia di Natale, giornata tradizionalmente riservata alle pietanze a base di pesci, molluschi e crostacei. I croati, si sa, sono ancora alle prese con gli effetti della crisi economica che li vede costretti ad acquistare pesci a basso costo. Sono appunto le sardelle e le loro “parenti strette” ad essere preferite dagli acquirenti, con prezzi che oscillano tra le 10 e le 20 kune (tra 1,3 e 2,6 euro) al chilo. Nonostante sia ormai ordinato da lunghi anni, il fermo biologico continua a creare malumore e disapprovazione sia tra i pescatori professionisti, sia tra la gente comune.

Ma se per il consumatore non c’è praticamente rimedio o quasi, i pescatori riescono in qualche modo a “garantirsi la pagnotta”. Possono infatti fruire di determinati mezzi nell’ambito del Fondo comunitario per la Marineria e la Pesca. Coloro che prediligono sardelle e affini potranno però arrangiarsi grazie ai pescatori italiani. È stato annunciato che già da oggi dovrebbe verificarsi l’opposto di quanto accade durante tutto l’anno, quando gli italiani acquistano pesce croato. Accadrà che in determinate pescherie istriane, quarnerine e dalmate sarà possibile comprare sardelle pescate da pescherecci d’Italia. La cosa è già avvenuta un anno fa, con le sardelle in vendita a 30 kune al chilo, circa 4 euro.

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