Pescherecci affondati per incassare la polizza

Zagabria interviene e ordina stretti controlli: sospetti su un comandante che ha visto colare a picco quattro imbarcazioni per la pesca a strascico

FIUME

È una “moda” che in Croazia sta andando alla grande negli ultimi 5 o 6 anni e riguarda l’affondamento perlomeno sospetto di pescherecci con reti a strascico. Colano a picco a forti profondità, laddove è impossibile riportarle in superficie e capirci qualcosa, cosicché le indagini si spengono sul nascere. Dal 2005 ad oggi 6 strascicanti sono affondate in circostanze parecchio strane, con il comandante e il resto dell’equipaggio a parlare di imbarcazione rovesciatasi all’improvviso o invasa dall’acqua in tempi rapidissimi. In alcuni casi non è stato lanciata nemmeno la richiesta di aiuto.

Quattro i pescherecci inghiottiti dal mare e che avevano a bordo lo stesso comandante, mentre nella maggior parte dei casi i motopesca si adagiano su fondali a profondità superiori ai 120 metri. Sono quote batimetriche che in pratica impediscono il recupero degli scafi per i costi molto elevati.

Gli addetti ai lavori hanno scoperto ancora un paio di cose molto interessanti: la maggior parte dei pescherecci affondati aveva più di 20 anni e un valore da 150 a 300 mila euro. Erano tutti regolarmente assicurati, con equipaggio composto da 5 ad 8 persone. Non vanno invece a fondo le strascicanti nuove, quelle che riescono a garantire ottime prestazioni.

Negli ultimi anni la pesca con reti a strascico non è remunerativa e pertanto i proprietari di “cocie” (così in lingua croata) denunciano grosse perdite. Sono imbarcazioni che non hanno mercato e creerebbero maggiori danni se dovessero venire ormeggiate per le alte tasse di stazionamento.

Queste vicende non riguardano i pescherecci con reti da posta e circuizione, che non colano praticamente mai a picco anche perché – sostengono gli esperti – la pesca del pesce azzurro di piccole dimensioni – come sardelle, acciughe e papaline – è ancora sempre conveniente, garantendo buoni guadagni.

Si è appurato che le aree degli affondamenti riguardano soprattutto gli isolotti di Pomo e Sant’Andrea, dove il mare è assai profondo. Ad aggiungere ulteriori sospetti a quanto accade, il fatto che taluni comandanti non si ricordino l’esatto luogo dell’ incidente.

Nel 2009 gli incidenti riguardanti pescherecci sono stati 6, l’anno scorso vi è stato uno in più e quest’anno si è già arrivati a 12, con 3 affondamenti, 2 collisioni, 2 morti, un incendio e anche un ribaltamento.

Per tutta questa serie di motivi, al ministero croato del Mare e Trasporti si è tenuta una riunione con esponenti dei pescatori e del Registro navale croato. Tra le misure varate, quella dei controlli più rigorosi su pescherecci ed equipaggi da parte dei competenti ispettorati.

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