Petizione contro la puzza allevamento sotto accusa

Protesta a Peci di Savogna per i cattivi odori prodotti dallo stabilimento Tomovo (galline ovaiole). Il sindaco: tutto in regola ma studieremo soluzioni
Di Marco Bisiach
Bumbaca Gorizia 10.08.2015 Savogna allevamento galline Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 10.08.2015 Savogna allevamento galline Fotografia di Pierluigi Bumbaca

SAVOGNA. Porte e finestre sbarrate malgrado il caldo asfissiante, per gli abitanti di Peci, a Savogna d'Isonzo. Non per tener lontane le zanzare, o per una qualche forma di masochismo. La colpa è delle galline. O, per meglio dire, della puzza derivante dai loro escrementi, che da anni fa letteralmente impazzire una quarantina di famiglie della zona, sempre più decise a far sentire la loro protesta. La vicenda non è nuova, a Savogna, ma in queste ore la pazienza degli abitanti è andata esaurita, e la segnalazione del problema è arrivata fino alla nostra redazione.

A Peci opera da tempo la Tomovo, un'azienda agricola specializzata nell'allevamento di galline ovaiole e dunque nella produzione di uova.

Nei capannoni di Peci vengono allevate moltissime galline e, inevitabilmente, la loro presenza e soprattutto i loro escrementi sono fonti di odore piuttosto sgradevole.

«Solo che la situazione da tempo è diventata davvero insostenibile, perché ormai non è praticamente più possibile stare all'aperto, tanta è la puzza – dice Renato Olivo, che abita a Peci e parla anche a nome degli altri residenti, che hanno pure dato vita a una raccolta di firme da consegnare a Comune, Arpa e Azienda sanitaria -. Oltre ai cattivi odori, poi, lo stabilimento attira un grandissimo numero di mosche, e anche questo finisce per essere un elemento di forte disturbo per chi abita nella zona».

«Ci siamo già più volte confrontati con il proprietario dell'azienda e anche con il Comune - aggiuinge - ma per ora la situazione non è cambiata. L'amministrazione ci ha consegnato delle schede da compilare per segnalare i disagi e gli odori, ma noi non ce la facciamo più e vogliamo che una volta per tutte si intervenga per venire incontro alle nostre legittime richieste».

Ieri non siamo riusciti a metterci in contatto con il titolare della Tomovo, Marko Tomsic, ma anche dall'amministrazione comunale fanno sapere che alcuni provvedimenti per contenere la diffusione dei cattivi odori sono stati presi. Inoltre, l'azienda opererebbe nel più totale rispetto delle regole.

«Il titolare è sempre stato molto disponibile, oltre che ligio alle regole – dice il sindaco Alenka Florenin -. Siamo da anni al corrente della situazione e di questo problema, che però non è di facile soluzione. Purtroppo un simile tipo di allevamento non potrà mai risultare del tutto privo di odore. Che si percepisce maggiormente nelle giornate ventose e quando gli escrementi degli animali vengono prelevati per essere portati via».

«Ma anche recentemente aggiunge -, non più tardi del 28 luglio, è stato eseguito un sopralluogo che ha confermato che non c'è assolutamente nulla fuori regola nell'attività della Tomovo».

Così l'unico modo per venire incontro alle proteste dei residenti sembra essere lo studio di soluzioni alternative. In particolare, si pensa alla possibile piantumazione di nuovi alberi tra lo stabilimento e le case, in modo da creare una “barriera verde” naturale (che già era presente peraltro in passato) destinata ad assorbire e mitigare gli odori.

«In ogni caso abbiamo consegnato ai cittadini un questionario da compilare – dice il sindaco Florenin -, per aiutarci a capire esattamente come stanno le cose e provare a immaginare insieme una soluzione».

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