“Piano colore”, Gradisca detta le regole per le facciate

Il Comune indicherà i valori cromatici cui dovranno uniformarsi le case del centro storico. Anche contributi per interventi di recupero edilizio
Di Luigi Murciano

GRADISCA. Si gioca su due fronti il possibile rilancio dell'immagine di Gradisca d'Isonzo sotto il profilo architettonico. Con il suo ricco e affascinante passato, la cittadina della Fortezza conta su un patrimonio immobiliare di pregio che però fatica a sfuggire alla morsa del degrado e dell'usura del tempo. Ecco allora che il Comune prova a correre ai ripari. Le due strategie in atto si chiamano variante 32 al piano regolatore e approvazione del cosiddetto "Piano colore": due strumenti che, come conferma l'assessore all'Urbanistica, Alessandro Pagotto, la giunta guidata dal sindaco Linda Tomasinsig si prefigge di approvare nel corso del 2017.

Particolarmente interessante, per i privati, è l'approvazione della variante che completerà il suo iter già a gennaio dopo avere passato un primo vaglio dell'assemblea civica, dell'ufficio tecnico e della commissione urbanistica. Si tratta di una variante che recepisce le indicazioni di una normativa regionale per la riconversione in "zone B0" di tutte quelle aree urbanistiche un tempo note come B1 e B2, ovvero "borghi agricoli mercantili". Aree a ridosso del centro storico ove sorgono immobili di interesse storico e architettonico per i quali nel 2015 la Regione ha previsto finanziamenti per 11 milioni di euro in Fvg. Un bando che il Comune conta possa presto essere rifinanziato.

È una notizia interessante che coinvolge, a diverso titolo, quattro categorie di potenziali utenti: proprietari, imprese, immobiliaristi, aziende edili. La filosofia del provvedimento è ispirata da una triplice volontà: intensificare le politiche di recupero, limitare il consumo di suolo, migliorare le condizioni delle zone centrali cittadine. Per Gradisca ricadrebbero nella variante 32 un borgo importante come il Mercaduzzo, ma anche - un po' a macchia di leopardo - singoli immobili quali l'ex Smeriglio, il Mercato Coperto, ed edifici di borgo Santa Maria Maddalena, via Roma e via Udine solo per fare alcuni esempi. Nel 2015 il 40% delle risorse disponibili aveva riguardato le domande presentate da persone fisiche, il 60% da soggetti privati «diversi dalle persone fisiche».

Il contributo a fondo perduto copriva fino a un massimo di 40 mila euro ad alloggio (non ad edificio) residenziale, se riguardava una persona fisica; arrivava a 30 mila euro ad alloggio, se a richiederlo era un soggetto privato «diverso dalle persone fisiche» (alias un'azienda). Dal punto di vista urbanistico erano come detto interessate alla contribuzione le zone omogenee A e B0, dunque aree centrali o semi-centrali. «Un'occasione importante per i privati e il nostro mercato immobiliare, e il Comune vuole farsi trovare pronto», assicura Pagotto.

Diverso invece il discorso riguardante il piano del colore, che va a inserirsi nel più ampio contesto del piano particolareggiato del centro storico, la cui approvazione risale alla metà degli anni '90. «La scelta di dotare Gradisca e in particolare il suo centro storico di un piano-colore degli edifici - ha spiegato Pagotto - era ormai improrogabile dal momento che si erano presentate situazioni in cui le scelte effettuate nel centro cittadino spesso non erano conformi a criteri di omogenità o di completo rispetto del notevole patrimonio architettonico e della sua storia. Questo studio andrà di fatto a mettere ordine ed eliminare tutte quelle situazioni di discrezionalità. Per ora ci è stata sottoposta una prima bozza da uno studio incaricato e nel 2017 contiamo di dare l'accelerazione definitva». Lo studio indicherà i valori cromatici più indicati in relazione al tipo di fabbricato e alla sua storia, creando dunque un'armonizzazione dell'esistente. Il documento dovrà quindi passare al vaglio della Comissione comunale per il Paesaggio e della Soprintendenza ai beni culturali, prima della definitiva approvazione in sede consiliare.

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