Piano industriale Colombin Domani il giorno della verità

Sarà la giornata della verità, giornata che i sindacati attendono con ansia e con preoccupazione. Domani martedì il vertice della Colombin, antica fabbricatrice triestina di tappi di sughero, esporrà il piano industriale, che conterrà le linee operative produttive e commerciali, le indicazioni sugli organici. Gli 88 dipendenti, essendo scaduto alcuni giorni orsono il contratto di solidarietà a copertura di 22 esuberi e non essendoci in vista altri ammortizzatori sociali, vogliono capire in che misura le criticità aziendali potranno ripercuotersi sull’occupazione.
Tra l’altro domani ricorreranno, giorno più giorno meno, tre mesi da quando la cabina di regìa Colombin ha girato pagina: il 24 luglio l’allora consigliere delegato Paolo Ballarin se ne è andato ed è stato rinnovato il consiglio di amministrazione. Dove ora siedono il presidente e azionista di riferimento Rahhal Boulgoute, in qualità di vicario il commercialista triestino Joram Bassan, Michele Verginella in rappresentanza dei soci di minoranza, il consulente veneto Andrea Causin, il manager del gruppo Maccaferri Enrico Mingardi. Il bilancio 2017 si è chiuso in lieve perdita. I ricavi sfiorano i 14 milioni. È Bassan a seguire più da vicino lo stabilimento, con due priorità: la tenuta in sicurezza della gestione aziendale, attraverso pagamenti regolari a dipendenti e fornitori, e la definizione di un accordo con sette banche sulla base dell’articolo 67 del Regio decreto 267/1942 (legge fallimentare). La trattativa con gli istituti di credito riguarda un vecchio debito contratto una decina di anni fa, quando ancora l’azienda era retta dai Colombin, ed era servito a finanziare un’operazione in Spagna. L’intesa - spiega Bassan - è indispensabile per ridare normalità all’attività finanziaria dell’azienda. Altra novità riguarda l’approvvigionamento della materia prima, il sughero: arriva nuovamente dal Marocco, a cura dello stesso Boulgoute, e non più dalla Sardegna, come nel periodo Ballarin. Il sughero marocchino viene considerato di migliore qualità e a minor prezzo. È legittimo chiedersi allora perché si comprasse sughero peggiore a prezzo più caro da concorrenti del maggiore azionista. —
MAGR
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