Picchia e molesta il capo che l’ha licenziato

Divieto di avvicinamento alle persone e ai luoghi coinvolti e divieto di mettersi in comunicazione con qualsiasi mezzo con le stesse persone. È il provvedimento emesso dal Gip, il giudice per le indagini preliminari Guido Patriarchi, nei confronti di un ex dipendente di un’impresa di servizi turistici, Maurizio Mazzetti, in seguito a stalking, ovvero atti persecutori, nei confronti del vecchio datore di lavoro, A.D.M. L’ex lavoratore, classe 1987, deve difendersi anche da altre accuse quali lesioni e tentativo di violenza privata. A.D.M. è il titolare di un’azienda, la Vip Cars, che si occupa di “car valeting”, ovvero presta servizi, prevalentemente, ai turisti che arrivano in città in auto e scendono nei vari hotel. In pratica, il personale dell’azienda si occupa di trasferire le vetture dagli alberghi ai posteggi e viceversa, cura il rimessaggio dei veicoli stessi, li custodisce e offre servizi accessori.
A un certo punto la ditta riceve in appalto la gestione del parcheggio del Castello di Miramare e il titolare distacca proprio Mazzetti a svolgere quell’incarico. I problemi nascono la stagione successiva, quando viene fatta installare una sbarra all’ingresso del park e quindi c’è la possibilità di verificare esattamente il numero di auto che entrano ed escono dal sito e i relativi introiti. A.D.M. scopre così che l’anno prima, quando il dipendente riscuoteva manualmente le cifre, queste erano state considerevolmente più basse. Una incongruenza, poiché il flusso turistico, anche nell’area del parco e del castello di Massimiliano e Carlotta, non aveva avuto modifiche di flusso tali da giustificare entità delle entrate così diverse.
Temendo qualche ammanco a opera del suo collaboratore, A.D.M. chiede a Mazzetti la relativa documentazione ma questi rifiuta di consegnargliela. Così nel settembre 2015 il titolare querela il giovane per appropriazione indebita e lo licenzia. Il ragazzo inizia a non vederci più dalla rabbia. A fine 2015 il primo episodio: entra nel garage aziendale di via Carli, dove c’è anche un piccolo ufficio, minaccia il titolare affinché ritiri la querela e lo pesta. L’episodio si ripete, tale e quale, nell’aprile 2016. In una di queste circostanze A.D.M. ne esce con un timpano lesionato. La situazione non cambia e l’ex dipendente non si dà pace. Così, il primo luglio 2016 mette in atto un’altra “persecuzione”: si “arma” di una mazzetta da muratore e approfittando della conoscenza degli orari e delle abitudini del personale della Vip Cars (A.D.M aveva assunto anche il padre e il fratello), entra nuovamente nel garage di via Carli, con ancora il giubbotto con i loghi della sua ex azienda, che non ha mai restituito. A questo punto si scatena contro le vetture di clienti di vari hotel cittadini che in quel momento si trovano posteggiate.
Con l’attrezzo edile Mazzetti inizia a martellare i parabrezza delle vetture, sfondando quelli di ben 16 veicoli. La sua “impresa” viene rilevata dalle telecamere di sorveglianza ma Mazzetti fa di più: si reca dai carabinieri della Compagnia di via Hermet e, in pratica autodenunciandosi, racconta la sua versione dei fatti e le “colpe” del suo ex datore di lavoro. Che diviene bersaglio d’improperi e minacce anche quando l’ex parcheggiatore parla con alcuni ex colleghi. «D.M. deve stare molto attento». «Devo fargliela pagare», si sfoga.
Il 10 dicembre 2016 il raid nel garage di via Carli viene ripetuto. Stavolta le auto danneggiate sono otto e le telecamere non rimandano immagini nitide, sufficienti però a fare ritenere che sia lui, verosimilmente, l’autore del gesto: d’altronde “modus operandi” e “motivazioni” sarebbero evidentemente legati a lui. Per di più è ancora una volta riconoscibile la divisa aziendale. L’ultimo episodio il primo gennaio scorso, quando i due s’incontrano casualmente davanti all’Hotel Savoia e ne nascono altre scintille.
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