Picchiato e rapinato a Lubiana Andrea Premier

Picchiato con calci in faccia. E rapinato dei contanti, delle carte di credito e del telefono cellulare a Lubiana.
È la brutta disavventura capitata alle 5 di venerdì a Andrea Premier, 36 anni, figlio del noto ex cestista Roberto e dell’avvocato Laura Luzzatto Guerrini.
Il giovane, che di professione fa l’avvocato e lavora a Milano, era venuto a passare il weekend a Gorizia per rilassarsi e stare un po’ con i familiari e con gli amici. Venerdì sera aveva deciso di andare a Lubiana assieme ad alcuni conoscenti. E dopo aver cenato in uno dei locali della capitale slovena, aveva passato qualche ora alla discoteca “Square” di Lubiana.
A raccontare quei momenti la madre Laura Luzzatto, ancora comprensibilmente scossa per l’accaduto. «La discoteca - spiega - si trova circa a una cinquantina di metri dall’albergo dove mio figlio Andrea alloggiava. Quando gli amici sono andati via dal locale da ballo, lui si è fermato ancora per un po’ con una ragazza. Poi, attorno alle 5, è uscito».
Ed è in quei frangenti che è avvenuta l’aggressione. «Ad un certo punto, mentre stava per raggiungere l’hotel è stato, all’improvviso, aggredito barbaramente da un gruppo di quattro ragazzotti. Gli si sono avventati alle spalle: nonostante Andrea sia alto e abbia una corporatura massiccia che ricorda quella del padre, lo hanno spinto e scaraventato a terra. E, a quel punto, è stato raggiunto da pugni e calci in faccia».
Andrea Premier, a malapena stava capendo quanto stava succedendo. E ha cercato in tutte le maniere di schivare e parare i colpi. «Ma erano persone senza scrupoli che continuavano nella loro azione», racconta la madre. L’obiettivo era rapinarlo. Infatti, hanno preso il volo diversi contanti (non quantificati), alcune carte di credito e il telefono cellulare. Poi, raccolto il bottino, i malviventi sono scappati, facendo perdere le loro tracce. «Andrea, in stato semi-confusionale, ha raggiunto parecchio tempo dopo l’albergo e ha dato l’allarme. Nel frattempo, dopo averci allertati, mio marito e io abbiamo raggiunto Lubiana con un interprete. Lui ha sporto denuncia alla Polizia slovena e, al ritorno in Italia, l’abbiamo portato il Pronto soccorso dell’ospedale di Monfalcone. Parecchie le ferite rimediate al volto. È stata un’aggressione selvaggia».
Gli aggressori non erano italiani ma presumibilmente sloveni o dei Paesi dell’Est. —
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