Pierluigi Bumbaca, il fotoreporter-jazzista

«Vivo da quasi un decennio qui, a Gorizia, e fin dai primi giorni in cui sono arrivato in questa città, ad ogni evento, ad ogni manifestazione, ad ogni festa, l'ho sempre visto».
Grossi occhiali, di statura superiore alla media, dall'espressione attenta, dallo sguardo vigile, e, sempre, con una macchina fotografica. È Pierluigi Bumbaca, il fotografo di Gorizia.
Lo scatto di una foto rappresenta una delle maggiori espressioni d'arte dei nostri giorni, è capace di raccogliere una vastità di emozioni in un'unica scena.
Se «ogni immagine è testimonianza della storia e della vita di queste terre», come afferma il fotografo, egli è testimone della vita e dei cambiamenti di Gorizia da ormai un quarto di secolo.
Goriziano di origini, lavora dal 1984. Ha iniziato con una macchina fotografica di prima generazione, regalatagli da suo padre per il diciottesimo compleanno.
È arrivato, con l'avanzare della sua carriera, a fotografare «personaggi di elevatissimo spessore, quali Papa Giovanni Paolo Secondo, diversi presidenti della Repubblica, la Nazionale di calcio, di basket e di volley e innumerevoli rappresentanti dell'arte e della cultura».
La professione di fotografo, con il passare degli anni, si è radicalmente evoluta, passando a mezzi e tecniche sempre più avanzati.
Anche gli apparecchi di ultima generazione rimangono comunque delle macchine nelle mani di uomini che sono dotati di una propria tecnica, sensibilità e creatività.
La passione dedicata al proprio lavoro non sarà mai rimpiazzabile dalle macchine, per quanto sofisticate.
«Il mezzo tecnico può scandire una corretta esposizione, una messa a fuoco perfetta, i tempi e i diaframmi, ma solo un uomo è in grado di stabilire un'inquadratura o di variare alcuni parametri. Una macchina raffinata genera una “buona” foto, un bravo fotografo realizza una “bella” foto. La differenza tra i due aggettivi è facilmente intuibile.»
Tra i tanti volti passati davanti all'obiettivo di Bumbaca c’è quello di Umberto Fiorentino, celeberrimo chitarrista jazz della musica italiana, ritratto in una fotografia dell'evento “Incontri goriziani” del 1990” come lui stesso rivela.
Cogliere Fiorentino è stato uno degli scatti che ha suscitato più emozione in Bumbaca.
Oltre alla fotografia, c'è un'altra passione nel cuore del fotografo, che viaggia insieme alla prima: quella per il jazz.
Suona infatti il contrabbasso e il basso elettrico da sempre e ha fatto parte del complesso jazz goriziano “Zuf de Zur”, con il quale ha girato l'Europa.
La fotografia musicale è quella che più lo affascina, perchè riesce a fondere al meglio le sue due anime artistiche. Ma «specializzarsi è un limite», sostiene Bumbaca, «bisogna essere pronti a tutto, la professione di fotografo si mette a confronto con un'infinità di circostanze, dalla cronaca più cruda alla politica.
«Per fare grandi foto serve esperienza, sensibilità e intuizione; un fotografo è un artista, capace di capire quando è il momento di scattare una foto, di premere quello straordinario tasto che blocca il tempo, di cogliere un attimo irripetibile. Se, ad esempio, si scatta una foto quando un cestita sta infilando una spettacolare schiacciata nel canestro, nella foto non si vedrà altro che la palla già fuori dalla retina e l'atleta già quasi a terra. Se invece l'impulso di scattare la foto viene dato un attimo prima, ecco che la fantastica, irripetibile schiacciata verrà immortalata proprio nel suo momento di maggior espressività», afferma fieramente.
Per Bumbaca è arrivato il momento di lanciare una nuova sfida. Sta sperimentando un nuovo tipo di fotografia, con accentuati cromatismi.
Ma su questo non vuole sbilanciarsi maggiormente, preferisce riservare una sorpresa nei goriziani, in attesa di vedere i risultati della sua innovazione .
Marco Balzano
classe 3.a B
Liceo Scientifico Duca degli Abruzzi
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