Piero Camber: il cemento è pronto a colare

Pdl critico sul ritiro del Prg. Sasco (Udc): ma la colpa è di chi non ha voluto pensarci già un anno fa

Cementificatore, come sostiene il Pdl in scia a Fli, mistificatore, come lo etichetta invece la Lega, o semplicemente realista, come da interpretazione dell’Udc? Dopo le critiche già piovute 24 ore fa dal futurista Michele Lobianco su Roberto Cosolini - per la sua decisione di cancellare la variante 118 gestita a fatica da Dipiazza e mai arrivata al capolinea burocratico - si scatena nell’ex maggioranza comunale di centrodestra la caccia all’epiteto da affibbiare al neosindaco. La bocciatura senza appello, come cementificatore, arriva per l’appunto dal Pdl e da Piero Camber in particolare, il Richelieu del Dipiazza-bis tra i banchi della stessa ex maggioranza in Consiglio comunale, il quale incalza sull’eventualità che la decadenza delle salvaguardie, determinata dalla decadenza della variante 118, dia il via libera a 42 progetti edilizi per 210mila metri cubi. «Progetti già depositati - sbotta Camber - perfettamente in linea con il vecchio ma nuovamente attuale piano Cervesi: il cemento è pronto ad essere calato, colato. Per la gioia di tanti, che hanno sostenuto la candidatura di Cosolini a sindaco, votandolo o sostenendolo comunque tramite l’invito a non andare a votare. Certamente il piano si è fermato già il 18 aprile, grazie ad un voto trasversale da Omero del Pd a Sasco dell’Udc. Ed altrettanto certamente aveva votato contro questo stop il Pdl. Visioni diverse su quel che si intende per tutela del territorio. Per alcuni vale di più un cantiere che dà occupazione per un anno a dieci operai. Per noi vale di più salvaguardare certe zone particolarmente sensibili sotto l’aspetto ambientale della nostra poca terra. Ma “non ci sono i tempi”, ha sostenuto Cosolini. Personalmente - conclude lo stesso Camber - credo che, prima di cassare la 118, bisognerebbe procedere subito con nuovi indirizzi finalizzati alla salvaguardia: giunta e circoscrizioni si esprimano. Poi, la stessa sera, bisognerebbe votare in Consiglio comunale il ritiro della 118 e subito dopo le nuove direttive. Un procedimento forse anomalo ma non vietato: un modo per non aprire finestre».

La tesi camberiana, però, non è per nulla condivisa dall’ex presidente della commissione Urbanistica, l’Udc Roberto Sasco, secondo il quale la colpa dell’attuale ritiro della variante 118 non è di Cosolini, che anzi si è reso «autore di una scelta inevitabile, dato che questo documento era ormai tecnicamente morto», bensì «di chi non ha voluto che il ritiro avvenisse già un anno fa, quando a sostenerlo eravamo in tre: io, il capogruppo dei bandelliani Sulli e Ferrara per la Lega. Inutile che ora l’opposizione attacchi Cosolini».

Proprio Maurizio Ferrara, tornato in aula in questi giorni come capogruppo del Carroccio in sostituzione di Max Fedriga, mette ironicamente il suo cappello sulla discussione dispensando critiche di qua e di là: «Conoscendo l’onestà di Cosolini mi aspettavo dichiarasse di aver deciso di ritirare la variante 118 perché, oltre a colpire ingiustamente i piccoli proprietari e mettere in salvaguardia zone già sature, è probabilmente illegittima. Invece ha preferito tutelarsi ed inventare la teoria di comodo dell’impossibilità dell’approvazione del piano nei tempi previsti. Peccato. Ora, però, si riparta senza scontri politici. Quando in un piano regolatore ce ne sono troppi può sorgere il dubbio di un conflitto di interessi. E questo non va bene».

(pi.ra.)

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