Piero Filippi, una vita per l’opera lirica

È morto di recente Piero Filippi, cantante lirico protagonista di una importante carriera che prese il via al teatro Verdi per approdare poi in numerosi teatri internazionali.
Muggesano, classe 1927, Filippi nel 1944 si presentò in audizione a Roberto Benaglio, all’epoca direttore del coro del Verdi, ottenendo già allora piccoli ruoli. Studiò canto con il maestro Lozzi che nel ’54 gli procurò un provino in Croazia per l’importante ruolo di Pinkerton nella pucciniana Madama Butterfly.
Da allora Filippi ha calcato spesso le scene d’oltreconfine, fino a divenire primo tenore dell Teatro nazionale di Zagabria. In quegli anni d’oro l’artista ha avuto la possibilità di esibirsi in varie tournée che lo hanno portato nei maggiori teatri in Giappone, Grecia, Olanda, Russia, Austria, Germania, Cecoslovacchia, Svizzera e Italia. Tra le molte sue interpretazioni quella della Catarina Ismailovna di Shostakovic, con cui Filippi ha cantato al San Carlo di Napoli nel 1964, e poi a Bergamo, Genova, Bologna e Trieste.
Nella sua lunga carriera, che si è conclusa nel 1990, Filippi ha annoverato oltre settanta opere di cui un’ampia parte appartenente al repertorio del ventesimo secolo e al verismo. Nato come baritono e scelto da Benaglio come tenore lirico-spinto, il suo timbro di voce è sempre rimasto caratteristicamente scuro, rendendolo così interprete adatto a questo tipo di repertorio.
Malgrado la carriera lo abbia portato in più Paesi, il cantante lirico è sempre tornato volentieri a Trieste. Al teatro Verdi ha sostenuto la prima rappresentazione, nel dicembre del 1949, del Tristano e Isotta di Richard Wagner, la prima assoluta di Endimione di Adriano Andrea Vouch-Peruzzi (nel 1952) e la prima ssoluta di Elisabetta di Viozzi (nel 1971), oltre ad altri vari ruoli. Ha cantato in varie altre città italiane, da Parma a Venezia, da Piacenza e Bologna.
Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita tra Trieste e Grado. Scriveva poesie in triestino, e dall’amore per il melodramma e per il suo dialetto sono nati la Bohème e il Rigoletto “spiegati al popolo” appunto in dialetto.
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