Pioppo di Blasig e bobolar tra gli alberi monumentali

RONCHI DEI LEGIONARI. Il suo nome scientifico è Populus Nigra, pioppo nero in lingua italiana. La sua altezza è di 25 metri, 410 centimetri la circonferenza del suo fusto. Si trova a Ronchi dei Legionari, nel parco di villa Blasig in via Roma per la precisione e, per la sua età, oltre 150 anni, e per le sue dimensioni, è stato inserito nell’elenco degli alberi monumentali del Friuli Venezia Giulia, prodotto di un decreto interministeriale che, appunto, promuove a tutti gli effetti quelle che sono le piante oggetto di particolare attenzione da parte dello Stato. Il pioppo, che si trova all’interno di un parco bellissimo parte integrante della Tenuta di Blasig sorta 230 anni fa, è resistito agli anni, all’usura del tempo e agli attacchi dei parassiti che, purtroppo, qualche tempo fa, avevano costretto la proprietà ad abbattere quello che poteva essere il suo gemello.
Una promozione, unica sul territorio cittadino, che non può che far piacere, in primis ad Elisabetta Bortolotto Sarcinelli, la titolare, che dirige l’azienda dal 1989, ma anche a tutta la cittadinanza la quale, da qualche anno, con l’apertura al pubblico della tenuta, ha potuto apprezzare questo vero e proprio tesoro nel cuore di Roncih dei Legionari. Il fatto che, nella Bisiacaria, un solo altro albero storico, il “Bobolar” di Staranzano, abbia superato l’esame, non può che rendere orgogliosi un po’ tutti. È un albero maestoso, il pioppo nero della Tenuta di Blasig, rende felici gli occhi e mette in pace con l’anima, tanto rigogliosa è la sua vasta chioma verde ed il suo possente tronco che, vista l’età, ha visto svilupparsi pagine importanti della storia di Ronchi dei Legionari. Anche quelle di quando la cittadina era nell’impero asburgico.
I 230 anni della Tenuta di Blasig sono un traguardo davvero significativo. In azienda si sono susseguite cinque generazioni, a partire dal nonno del bisnonno di Elisabetta, Domenico Blasig, che un anno prima dello scoppio della Rivoluzione francese fondò la Cantina di Blasig. Il foglio del Catasto austriaco del 1818 registrava con precisione, 30 anni dopo, la villa austro-veneta, il giardino, il parco, il doppio edificio della cantina e il corpo trasversale degli attuali uffici. L’architettura non è mutata da allora, ad eccezione della nuova ala della cantina, inaugurata nel 2008.
La famiglia Blasig è una delle realtà storiche della città e lega il suo nome ad Alessandro Blasig, primo podestà di Ronchi dei Legionari, fondatore del Corpo dei pompieri e, tra l’altro, protagonista della donazione del terreno sul quale sorge piazza Unità d’Italia. Il nucleo urbanistico denominato “il borghetto”, risalente al diciasettesimo secolo, è costituito da un aggregato di abitazioni rurali, fienili a uno o due livelli, disposti entro una recinzione in muro di pietra.
Qui di personaggi illustri ne sono passati parecchi. In primis Gabriele D’Annunzio. D’Annunzio arrivò a Ronchi nel pomeriggio dell’11 settembre 1919 e fu ospitato in una piccola casa dove s’affittavano camere per i viaggiatori che non trovano ancora locande o alberghi: passata la mezzanotte si trasferì nella casa del podestà Alessandro Blasig che in quel periodo ospitava gli uffici del Comune e con i suoi ufficiali vi tenne il primo quartier generale di Fiume. Da Villa Blasig il poeta-comandante, il 12 settembre 1919 partì per Fiume, dando origine a quell’importante avvenimento storico che fu poi denominato l’Impresa di Fiume.
Nell’elenco degli alberi monunentali, purtroppo, non c’è posto per gli Ippocastani di viale Garibaldi e viale della Serenissima disegnati dall’architetto Max Fabiani.
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