Piove alla Santissima Trinità il parroco avvia una colletta

Guano dei colombi e vegetazione hanno provocato il distacco delle tegole del tetto della chiesetta di Ronchi: servono 8mila euro per eseguire i lavori
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-06.08.2014 Chiesa di SS.Trinità-tetto danneggiato-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-06.08.2014 Chiesa di SS.Trinità-tetto danneggiato-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Piove nella chiesetta della Santissima Trinità. Entra copiosa l’acqua all’interno del settecentesco edificio di Ronchi dei Legionari, acqua che ha già creato i primi danni nella sacrestia e che potrebbe portare a conseguenze ben più gravi se la situazione non venisse affrontata “di petto”.

La causa va ricercata, in prima battuta, nella sempre più numerosa presenza di colombi sulla copertura della chiesa che, con il loro guano, hanno intasato tutte le faglie del tetto in corrispondenza del presbitero.

Già nelle settimane passate gli operai comunali avevano provveduto a porre alcune transenne, anche in virtù del fatto che si erano verificati distacchi di tegole cadute rovinosamente sul terreno.

Servono almeno 8mila euro per i lavori e il parroco di Maria Madre della Chiesa, don Umberto Bottacin, lancia un appello tra la gente, avviando una sottoscrizione che permetta di arrivare alla cifra che, oggi come oggi, non è nelle disponibilità della parrocchia stessa.

«I lavori devono essere eseguiti in tempi molto stretti – spiega don Umberto Bottacin – prima che arrivi l’inverno e già mi sono premurato di richiedere alcuni preventivi. Sottoporrò la questione all’attenzione della Curia e della Regione, in modo che possano arrivare dei finanziamenti, ma credo anche nella collaborazione della gente, che è molto affezionata a questa presenza nel centro della nostra cittadina».

Bisogna togliere di mezzo il guano, ripassare il tetto con la sistemazione di una nuova guaina sotto la copertura e, poi, mettere in cantiere una serie di dissuasori che allontanino i volatili.

Quella dei piccioni è una vera e propria emergenza in città che nessuno ha il coraggio di affrontare in maniera drastica.

L’edificio che fa parte della parrocchia di Maria Madre della Chiesa risale al 1762. Fu nel 1759 che l’arcivescovo di Udine, già patriarca, cardinale Daniele Delfino, concesse al nobile Gian Giuseppe Pianese la possibilità di erigere una cappella privata e con quel nome i ronchesi hanno sempre chiamato questa chiesa, termine con il quale veniva indicato anche il rione circostante “li de la Capela”.

Nel 1770 i suoi beni, quindi anche la chiesetta, passarono ai conti Mantica di Udine, mentre a seguito della permuta di altri immobili, l’intera proprietà della chiesa nel 1900 fu assegnata alla famiglia ronchese dei De Dottori, a cui rimase fino al 1961, passando successivamente nelle mani dell’immobiliare Agricola Giuliana degli eredi Bennati che, nel 1975, la donarono alla parrocchia.

Fino al 1993, a cura della parrocchia, sono stati eseguiti interventi di consolidamento e di sistemazione delle facciate esterne e delle pareti interne con una spesa che ha superato i 400 milioni di vecchie lire.

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