«Piste ciclabili per attrarre turismo europeo»

«L’ultimo Piano regolatore risale al 1997, quando c’era ancora il Muro di Berlino e chi parlava di città turistica sembrava un visionario. Ora vogliamo fare le piste ciclabili non perché andare in bicicletta su per via Commerciale, ma perché la ciclabilità di un luogo determina l’interesse o meno di larghe fette di turismo europeo. Abbiamo concesso la costruzione di pontili a Barcola perché su quelle terrazze si possono anche bar e ristoranti: su tutta la costa a Trieste c’è un solo posto dove si può mangiare in riva al mare. Il resto sono parcheggi e club nautici». Parcheggi in area di demanio portuale, peraltro, che l’Autorità portuale ha rifiutato di stringere e così la pista ciclabile lungo le Rive è saltata.
Cosolini e Marchigiani spiegano a Confcommercio i pregi del disegno urbanistico e vengono punzecchiati non solo su Ezit. Ma sull’ampliamento del perimetro del centro storico («più vincoli?»), sulla classificazione “d’interesse” e “di pregio” con cui sono state configurate ville e residenze, e le belle case Ater di cui Trieste è ricca («dovrà intervenire la Soprintendenza?»). Marchigiani: «È solo la nostra indicazione,quelle case vanno mantenute, mentre in cambio si segnalano case e interi quartieri che si possono abbattere e rifare».
Infine è la nuova destinazione del mercato ortofrutticolo in via Brigata Casale a turbare i vertici di Confcommercio. La destinazione non è stata ancora scritta nel piano. «Stiamo lasciando gli edifici in affitto per risparmiare - ha spiegato il sindaco - e dopo una ricognizione via Brigata Casale è risultato il luogo adatto, anche raggiungibile dai cittadini. Al “Gattile” troveremo una sede adatta, l’ho promesso. E i camper, che finora si lamentavano di non avere una presa d’acqua, avranno un parcheggio con l’acqua. O vogliono lamentarsi comunque?». Anche qui, come un destino, è tornata in campo l’Ezit: «Perché non l’ortofrutticolo all’Ezit? Avremmo dovuto comprare un capannone, e bonificare l’area». E spendere è proprio la voce proibita. Per questo è meglio incassare: «L’area di Campo Marzio - ancora Cosolini - porterà 20-25 milioni, ed entrando “in conto capitale” sono soldi che potranno essere spesi, mentre adesso abbiamo ancora 38 milioni disponibili ma bloccati per legge, e siamo due volte beffati dal patto di stabilità: lo Stato proibisce di spendere anche soldi dati dallo Stato stesso per progetti precisi, se non spesi però lo Stato se li fa ridare. E a quel punto ancora lo Stato ce li addebita come superamento del patto di stabilità». Uno direbbe: è la logica di “Comma 22”. (g. z.)
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