«Più depressi (13%) tra chi è in difficoltà economiche»
Siamo la città coi servizi psichiatrici più avanzati, ma è la stessa Azienda sanitaria che li gestisce e fornisce a dirci che «l’assistenza non è soddisfacente». Fra le persone che a Trieste soffrono di depressione «una su due non è curata». È vero che questo è un male strisciante e da qui alla “malattia psichiatrica” ci corre, ma l’autocritica c’è.
La situazione generale, almeno a quanto dichiarato dal campione di intervistati per lo studio “Passi” (che serve anche a capire le carenze per poter migliorare i servizi) non è tuttavia catastrofica. A Trieste aleggia meno depressione che altrove. Dichiara di sentirsi addosso questo stato di sofferenza è il 5% della popolazione, nel resto della regione il dato sale al 6,8% e nel resto d’Italia raggiunge il 7%.
Ma quando il gruppo si stratifica per età, sesso, istruzione e situazione economica il quadro cambia eccome. Tra chi dichiara “molte difficoltà economiche” la depressione schizza al 13%, il dato peggiore in assoluto. Al 7% sono depressi donne, persone sole o con patologie gravi. È quello economico dunque il problema più profondo. Il 49%, la metà dei depressi, non chiede però aiuto a nessuno. Tra il 51% che lo ha fatto, si è rivolto al medico nel 33% dei casi, ai familiari per il 4%, a entrambi per il 14%.
Conclude Daniela Germano, la coordinatrice dello studio: «I risultati evidenziano come il trattamento di questa condizione e l’utilizzo dei servizi sanitari preposti non sia ancora soddisfacente, essendo ancora significativamente alta la parte del bisogno non trattato (quasi una persona su due). Questo riscontro appare di particolare importanza e rappresenta una attuale “sfida” per i servizi sanitari».
Del resto la critica permane in questo senso su quasi tutti i settori della prevenzione. A Trieste il “consiglio del medico” su fumo, alcol, peso, nutrizione, screening, vaccinazioni risulta percentualmente più basso rispetto ad altri territori e alla media nazionale. Questo, almeno, raccontano gli interpellati. (g. z.)
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