Pola, i deputati in pressing «Non declassate l’ospedale»

POLA. Tutti uniti malgrado i diversi schieramenti: gli otto deputati della penisola appartenenti a Dieta democratica istriana, Partito socialdemocratico, Laburisti e Partito dei pensionati, nonché l'indipendente Furio Radin rappresentante degli Italiani, hanno espresso un deciso no all'intenzione del ministro della salute Dario Naki„ di declassare l'ospedale da regionale a sub regionale. In questo piano resterebbero regionali gli ospedali di Osijek, Slavonski Brod, Varazdin, Fiume, Zara, Spalato e due di Zagabria. Oltre a quello di Pola scenderebbe di rango anche l'ospedale di Ragusa - Dubrovnik.
Un nuovo status i cui effetti a dire il vero non appaiono al momento molto chiari né ai vertici della regione né a quelli del nocosomio stesso. Traspare però che il declassamento si tradurrebbe in un abbassamento delle dotazioni finanziarie ministeriali e di riflesso delle prestazioni medico ospedaliere. Pertanto, per determinate necessità gli istriani dovrebbero recarsi all'ospedale di Fiume.
Il presidente della regione istriana Valter Flego non ha perso tempo e ha subito convocato gli otto deputati. Nel corso dell’incontro è stato definito il testo di una lettera a Zagabria nella quale il ministro viene invitato a non scherzare con la salute degli istriani e quindi a recedere dai suoi propositi. Nel testo inoltre si esprime forte disappunto per la decisione del governo centrale di sospendere il risanamento finanziario degli ospedali regionali, con riferimento ovviamente a quello di Pola.
«Si tratta di una decisione assurda e inopportuna - si precisa - che arriva nel momento in cui l'ospedale sotto la gestione statale ha accumulato il debito di 5,65 milioni di kune. Ora questo onere viene a pesare sulle spalle della Regione che già deve estinguere il credito di 1,3 milioni di euro attinto per il risanamento precedente. E in più la Regione si è assunta il 25% del credito di 80 milioni di euro per la costruzione del nuovo ospedale».
All'incontro è intervenuta anche la direttrice - o meglio la curatrice - dell'ospedale Irena Hrsti„, che ha lanciato l'allarme sulla drastica riduzione delle dotazioni ministeriali mensili. «Ogni mese da Zagabria riceviamo 2,1 milioni di euro - ha detto - da 130 a 260mila euro in meno rispetto all'anno scorso, per cui è una missione impossibile garantire lo stesso livello di prestazioni medico ospedaliere. Abbiamo ridotto al massimo le uscite finanziarie e ridotto il rapporto tra personale ausiliario e quello medico sanitario per cui non intravedo altri margini di razionalizzazione».
Stando a varie valutazioni, continuano le ingiustizie da parte del potere centrale nei confronti dell'Istria, una delle regioni ai primi posti della classifica per quel che riguarda il prelievo fiscale destinato alle casse dello stato. Stando all'analisi dell'Istituto per le finanze pubbliche, l’Istria annualmente versa a Zagabria 105 milioni in più di quanti se ne veda restituiti. (p.r.)
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