Pola, ospedale nuovo ma mancano medici

POLA. Da un lato c’è la soddisfazione per il fatto che il cantiere del nuovo ospedale regionale è arrivato ormai alla fase finale; ma dall’altro sale la preoccupazione e anche l’amarezza, perché l’esodo dei medici ospedalieri non si ferma. E anzi, dopo gli allarmi lanciati già nei mesi scorsi, ora si teme seriamente che tra un anno, all’apertura del nosocomio per il quale già sono in fase di acquisto arredi e varie apparecchiature mediche, a mancare in molti reparti saranno proprio i medici.. La situazione si presenta particolarmente critica nel reparto di dermatologia, dove opera un unico medico specialista per un bacino di 200.000 potenziali pazienti, ovvero il numero di abitanti dell’Istria. Magra consolazione è un medico specializzando, che ancora non si sa quando potrà entrare in servizio.
Ma ora, come scrive il Glas Istre, emerge che ci saranno sei medici in meno nei reparti di radiologia ed ecografia: la già lunga lista d’attesa è dunque destinata ad allungarsi ulteriormente. Un medico è andato in pensione, altri due frequenteranno il corso di specializzazione, una specialista sta per andare in congedo parentale e gli altri due dottori lasciano l’ospedale per trasferirsi nelle cliniche private. Dove le condizioni di lavoro sono meno stressanti e le retribuzioni più alte. Un medico specialista con alle spalle dieci anni di servizio guadagna in media nelle strutture pubbliche duemila euro al mese; nelle cliniche private lo stipendio arriva fino al doppio.
A proposito dell’esodo dei medici, da sei mesi a questa parte - afferma il dottor Marin Petrinović, presidente della sezione locale dell’Associazione medici ospedalieri della Croazia - hanno optato per le cliniche private diversi medici internisti, cardiologi e pneumologi, insoddisfatti non tanto per gli stipendi quanto per l’enorme mole di lavoro che devono svolgere nell’ospedale pubblico, con turni e compiti aggiuntivi: «Secondo le regole croate i medici dovrebbero visitare 22-23 pazienti in sette ore di lavoro al giorno, nell’ospedale di Pola invece si arriva a una cinquantina. In Svezia, tanto per fare un esempio, il medico nell’ambulatorio può lavorare al massimo tre ore al giorno, ricevendo non oltre dieci pazienti».
La direttrice dell’ospedale di Pola Irena Hristić annuncia intanto che «verranno pubblicati i bandi di assunzione, aperti anche ai medici di altri Paesi europei per i quali verranno facilitate le procedure per l’omologazione della laurea e l’ottenimento del permesso di lavoro». —
P.R.
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