Polo vuole il Gay Pride 2020 «Lavori per il vero turismo»

GRADO. È bastato un tweet a innescare la polemica. Il tweet è quello del vicesindaco Matteo Polo: “Se richiesto la giunta di Grado concederà il patrocinio al #PrideFvg come nel 2018. Se è gradito nel 2020 lo ospitiamo a Grado”. Messaggio chiaro, viste le polemiche sull’evento che si svolgerà a Trieste l’8 giugno. Ma la polemica è dietro l’angolo. «La giunta lavori per portare a Grado manifestazioni che diano lustro, e destini le risorse ai servizi per i cittadini e iniziative a favore del turismo, invece di perdere tempo e sposare cause con l’unico scopo di avere un personale ritorno politico». È quando dice l’ex consigliere comunale Renato Bonaldo. «Pur rispettando ogni orientamento sessuale e riconoscendo a ciascun individuo la libertà di esprimerlo, ritengo che il denaro pubblico – aggiunge Bonaldo – dovrebbe essere utilizzato per scopi ben diversi e più importanti dall’esternazione “dell’orgoglio omosessuale”. Quanto alla volontà della giunta di candidare Grado quale sede del Fvg Pride 2020, mi auguro si tratti di uno scherzo. Il Pride che nasce nel lontano 1970 a New York, a difesa di un sacrosanto diritto civile, oggi è provocazione spesso volgare e di cattivo gusto. L’Isola del Sole merita e ha bisogno di ben altro!».
Su quanto espresso dal vicesindaco Polo interviene anche il leghista Enzo Tirelli che ricorda che «in un Paese libero qualsiasi manifestazione del proprio pensiero è lecita, per fortuna, anche se magari sui modi ci sarebbe anche da discuterne». E aggiunge: «Non dobbiamo aver paura di usare il termine diversi – dice Tirelli – perché lo stabiliscono le leggi della natura sulle quali c’è poco da disquisire. Ovviamente da esseri evoluti riteniamo ormai imprescindibile difendere il concetto che diverso non è sinonimo di inferiore». Fatta questa precisazione l’esponente della Lega punta il dito sulla posizione del vicesindaco e del suo “superiore” Raugna. «Voglio spiegare a questa manica di disoccupati che amministra il nostro Comune – dice Tirelli – che non si diventa fighi facendo il contrario di quello che fanno sindaci molto più autorevoli come Cisint e Dipiazza». E ancora: «Non ci si alza la mattina e siccome il sindaco di Trieste starnuta tu rutti perché le scelte e le decisioni che vengono prese si ripercuotono sui cittadini e sull’economia turistica che regge Grado. Già il fatto – aggiunge l’esponente leghista – che il giovane vicesindaco ipotizza di ospitare a Grado il Gay Pride, denota che a lui non gliene frega nulla di uno dei periodi più redditizi della stagione turistica». —
An. Bo.
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