Pompiere per un giorno: un gioco per 500 bambini

«Da grande farò il pompiere!», esclamava convinto Grisù Draconis, il draghetto protagonista del fortunato cartone animato degli anni ’70, figlio di Fumè, un drago avvampatore impegnato a ostacolarne le ambizioni. Nell’immaginario di tutti i bambini un posto speciale è da sempre riservato alla figura eroica del pompiere, un mestiere che è ancora in grado di esercitare un certo fascino nelle giovani generazioni. Si spiega così la lunga fila che è stata registrata ieri in occasione della giornata conclusiva del XXI Raduno nazionale dell’Associazione Vigili del fuoco. Più di 500 bambini, infatti, hanno atteso pazientemente il proprio turno per prendere parte a “Pompieropoli”, un corso di addestramento in miniatura che ha permesso per un giorno di vestire i panni del vigile del fuoco.
L’iniziativa è stata organizzata dalle sezioni di Trieste e Gorizia, in collaborazione con quella brianzola di Lomazzo che ha messo a disposizione le attrezzature necessarie. «Pompieropoli è un gioco didattico – spiega il triestino Dario Stefani, coordinatore regionale dell’associazione - , pensato per diffondere fra i giovani la cultura della sicurezza». Stefani è un pompiere in congedo e come tutti gli associati dedica volontariamente il proprio tempo a questo tipo di iniziative. Quella di spegnere gli incendi è una passione di famiglia, cominciata nel 1915 quando a Trieste sventolava ancora il vessillo dell’Impero austro-ungarico.
«Mio zio Marcello era pompiere – racconta – e adesso anche mio figlio Eric presta servizio al comando di Gorizia. Io sono andato in pensione, ma quando si ha fatto questo mestiere per una vita non si finisce mai di vestire la divisa di questo glorioso Corpo». Anche i bambini intervenuti in piazza Unità sono stati preparati ad hoc prima di procedere al breve arruolamento. Indossati il caschetto e la pettorina di ordinanza hanno percorso il circuito di addestramento, portando a termine le diverse prove. Sono potuti scivolare, così, lungo la pertica che solitamente permette ai vigili di raggiungere gli automezzi per rispondere a una chiamata di emergenza, per poi passare al salto dal castello di manovra, atterrando su un materasso gonfiabile. A bordo di un grosso aereo invaso dal fumo hanno simulato un’evacuazione attraverso gli appositi scivoli e, oltre alla trave di equilibrio, al tunnel da percorrere carponi e al percorso a ostacoli, sono stati impegnati nello spegnimento di un piccolo incendio con l’utilizzo del “naspo”, una pistola che spara acqua ad alta pressione.
A tutti i partecipanti, oltre a una foto in divisa, è stato consegnato il diploma di “Giovane pompiere”. Tutti i vigili del fuoco in erba si sono divertiti e la percentuale di quelli che si sono detti convinti di voler intraprendere questa carriera ha sfiorato il 100%. Alessio, 5 anni, alla domanda su quale sia stata la prova più divertente ha risposto: «Quella dove si doveva saltare giù dalle montagne». Anche Federico, 9 anni, si è detto molto divertito, anche se non è ancora sicuro di voler intraprendere questa professione: «Se non riuscirò a fare l’attore in teatro penso che farò il pompiere».
Luca Saviano
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