Ponziana, il Comune si riprende il campo

Definirla ingarbugliata è un puro eufemismo. Piuttosto una situazione paradossale, al limite del “kafkiano”. Una vicenda che si trascina da qualche mese ed i cui ingredienti sono una storica società sportiva cittadina, il Ponziana, che, dopo essersi ritirata dal campionato di competenza, di fatto non esiste più nel panorama calcistico locale; un impianto, lo stadio Ferrini, che al momento non ha i requisiti di omologazione necessari per ospitare le partite ufficiali, ed una concessione dello stesso in essere per mesi, ma in realtà svuotata di significato. Andiamo con ordine. La storia inizia lo scorso ottobre, quando il Circolo Sportivo Ponziana, dopo sole quattro giornate, annuncia il ritiro dal campionato di Prima Categoria, girone C, con conseguente svincolo dei calciatori tesserati. Una parabola discendente che peraltro era iniziata già qualche anno prima, tra retrocessioni sul campo e difficoltà di natura economica. Di fatto dunque, da quel momento, il Ponziana non esiste più e con la sua uscita dal panorama calcistico locale, è venuta altresì a decadere la stessa affiliazione alla Federazione regionale, in quanto in quella società non viene più praticato nessun tipo di attività sportiva, né a livello di prima squadra, né di settore giovanile.

Il problema però riguarda la concessione dello stadio Ferrini, che per tutti questi mesi è rimasta in essere. Al Ferrini peraltro, dal maggio del 2014, non si disputano più partite ufficiali, in quanto non è stata concessa l'omologazione del terreno di gioco in erba sintetica, scaduta da tre anni, ma rinnovata attraverso una serie di deroghe, fino allo stop definitivo. E con l'inagibilità del campo, sono venute a mancare anche le coperture assicurative. In quell'impianto dunque, negli ultimi mesi, c'è stato spazio solo per gli allenamenti di alcune società sportive: tra queste, il Campanelle, che per alcune stagioni vi ha disputato anche le gare ufficiali, il Montebello Don Bosco, il Montuzza, oltre alla squadra di football americano dei Muli, cui si aggiungono le partitelle domenicali tra amatori. Ma, ed è questo l'inghippo, i proventi dell’affitto del campo stabiliti da tariffe comunali (16 euro all'ora), sono continuati incredibilmente ad entrare nelle casse del titolare della concessione, vale a dire il Ponziana calcio, pur ritiratosi dal panorama calcistico. Una società-fantasma che si materializzava solo per incassare.
Abbiamo provato a contattare l’ex presidente Alessandro Davanzo che da tempo si è trasferito in Slovenia, ma è risultato impossibile raggiungerlo al telefono.
Nel frattempo però è arrivata la risposta del Comune di Trieste. «La giunta comunale ha appena deliberato la revoca della concessione dello stadio Ferrini al Ponziana calcio» - precisa l'assessore comunale allo sport Edi Kraus -. «In questo modo viene fatta chiarezza su una questione che era diventata nebulosa: una decisione che abbiamo preso con un grande senso di amarezza nei confronti di una società che incarna la storia della città, ma che aveva accumulato una serie di obblighi non onorati con l'amministrazione comunale». E adesso? «L'auspicio è che possa ricostituirsi una nuova associazione sportiva che riporti in vita un nome importante come quello del Ponziana, ma siamo aperti a qualsiasi confronto con altre società che abbiamo a cuore lo sport triestino. Detto questo, è chiaro che bisognerà fare degli interventi cospicui per rimettere a norma il Ferrini, cercando di dribblare i paletti del Patto di Stabilità». Intanto però sono molte le società sportive che sembrano aver messo gli occhi sulla gestione dell'impianto, anche la Triestina.
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