Portiere morto a 20 anni, I tanti dubbi della Procura

Il magistrato De Nicolo: «Vogliamo capire se esistevano segnali che facessero prevedere la tragedia». Cartelle cliniche acquisite in Liguria. Lunedì l’autopsia
Fabio Zuccheri
Fabio Zuccheri

PALMANOVA. Lascia ancora molti interrogativi la tragica scomparsa di Fabio Zuccheri, il ventenne portiere del Sevegliano morto mercoledì sera durante il primo allenamento della squadra che milita in Promozione. A far luce sulle cause del decesso sarà probabilmente l’autopsia che la Procura di Udine disporrà lunedì. Al medico legale, che non è stato ancora nominato, gli inquirenti chiederanno se vi fossero dei segni in grado di prevedere la tragedia e sia siano stati in qualche modo sottovalutati. «Vogliamo capire - conferma il procuratore capo Antonio De Nicolo, che ha affidato il caso al sostituto di turno - se si sia trattato di una vicenda imponderabile o se vi fossero dei segni di prevedibilità. In questo caso dovremo stabilire anche chi avrebbe dovuto provvedere».

Per questo la Procura attende di conoscere l'esito dell'autopsia e di leggere con attenzione tutta la documentazione clinica del ragazzo, a cominciare dall'ultimo certificato di idoneità all'attività sportiva per proseguire a ritroso con tutti i referti legati alla carriera calcistica del ragazzo «ovunque si trovino». La Procura ha delegato l'acquisizione della documentazione medica anche in Liguria, dove Fabio aveva giocato negli ultimi tempi prima di arrivare con il mercato di gennaio all'Ufm Monfalcone e, infine, al Sevegliano. Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. otrà accertare le vere cause del decesso ed eventualmente le responsabilità. La Procura non esclude infatti di effettuare iscrizioni nel registro degli indagati, come sempre avviene in questi casi, per consentire tutti gli accertamenti necessari. Sul caso, e in particolare sull’acquisizione dei certificati medici, stanno lavorando anche i carabinieri del comando di Palmanova e i militari della stazione di Torviscosa. Convinti, come la Procura, che l'autopsia sul giovane sarà determinante per procedere alle indagini.

Al di là dell’inchiesta, resta il fatto che lo sfortunato giovane ha subito praticamente la stessa sorte toccata ai due zii, fratelli del padre. Fulvio Zuccheri, il maggiore, è deceduto in situazione analoga sul campo sportivo di Cesena nell'ottobre del 2007 mentre stava disputando una partita amichevole di ex calciatori. Aveva militato in serie A nel Bologna e tra i professionisti anche a Cesena dove è stato anche allenatore. Ed è chiaro che a quei livelli i controlli medici sono particolarmente attenti e precisi. L'altro zio, Giorgio Zuccheri, pure calciatore di un certo livello, era deceduto così repentinamente in casa proprio il giorno del suo compleanno. Dunque, una famiglia bersagliata dalla malasorte.

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Fabio Zuccheri

Una famiglia che in queste ore sta ricevendo però decine di manifestazioni di affetto e vicinanza, a dimostrazione di quanto Fabio fosse apprezzato e ben voluto, non solo per le sue doti calcistiche ma, in particolare, per il carattere e la bontà che lo hanno da sempre contraddistinto. Il padre Aldino, la madre Meri e la sorella Isabella si sono isolati nel grande dolore. Del loro lutto si sta parlando anche a Teramo, San Benedetto del Tronto, Cesena, tutte società in cui aveva militato il ventenne.

Il sindaco di san Vito al Torre Gabriele Zanin ha proclamato il lutto cittadino, ma varie comunità sono affrante per questa scomparsa, a partire da Aiello del Friuli, paese d'origine della famiglia Zuccheri, Palmanova, dove Aldino e il fratello Giorgio per anni hanno gestito una gelateria in piazza Grande. Ora il padre di Fabio ha continuato questa attività proprio a San Vito al Torre e in questo Comune era stato appena nominato vicepresidente della società calcistica che si occupa esclusivamente di settore giovanile.

Attonita per la tragedia anche la comunità della frazione di Crauglio, dove risiede la famiglia Zuccheri e chiaramente Sevegliano, che ha accolto in squadra il giovane. Fabio Zuccheri, come ha sottolineato il suo primo allenatore a San Vito Efrem Battistin, amico di famiglia, ha mosso i primi passi proprio nel piccolo Comune sulle sponde del torrente Torre. «Fin da piccolo Fabio aveva dimostrato un grande talento- afferma mister Efrem Battistin -. Ma quello che più colpiva era la sua educazione, i suoi modi nei confronti di compagni, dirigenti e tecnici in maniera sempre positiva. Era indubbiamente un esempio per i tutti i compagni».

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