Porto San Rocco, 150 proprietari abusivi

Scaduti i termini per il ricorso: illecito trasformare in prime case gli appartamenti che sono a destinazione turistica
Lasorte Trieste 01 06 04 - Muggia - Porto San Rocco
Lasorte Trieste 01 06 04 - Muggia - Porto San Rocco

Sono scaduti nei giorni scorsi i termini per il ricorso contro una sentenza del Tar che riguarda il Comune e circa 150 abitanti della località muggesana di Porto San Rocco: chi ha fissato lì la propria residenza ha commesso un abuso edilizio per cambio di destinazione d'uso dell'immobile rispetto a ciò che è previsto nel Piano regolatore. L'amministrazione comunale ha però già avviato l'iter per tentare di risolvere il problema venendo incontro ai propri cittadini.

Un successo piuttosto netto, quello raccolto dall'Ufficio legale del Comune di Muggia, nel contenzioso che lo vedeva opposto ad alcuni residenti che avevano deciso di rivolgersi al giudice amministrativo per vedersi riconosciuto quello che, ancora oggi, ritengono un diritto violato e cioè che gli appartamenti di Porto San Rocco fossero affettivamente delle prime case con tanto di residenza e non appartamenti “turistici”.

La pronuncia del Tar riguarda una “causa pilota”, poiché rimangono pendenti altri contenziosi di analogo contenuto, sempre davanti alla giustizia amministrativa. Era il giugno del 2010 quando gli Uffici comunali muggesani si sentirono in dovere di far partire le prime 25 sanzioni da 516 euro (il minimo previsto per legge) a proprietari di appartamenti nel marina turistico. La richiesta era arrivata al termine di un iter durato un anno con un procedimento che contestava il cambio di «destinazione d’uso attuata senza opere, in assenza dell’autorizzazione prevista dalla normativa vigente».

La legge citata era la numero 52 del 1991, una legge regionale. In sintesi si accusavano i proprietari degli immobili di avere messo la residenza in un appartamento che era stato realizzato con destinazione d’uso “ricettivo-turistica” e poiché la concessione edilizia era stata rilasciata per strutture destinate a ricevere turisti o come seconda casa, se questa era diventata l’abitazione di residenza si era incorsi in un abuso.

In realtà, già all'epoca dell’approvazione del progetto per Porto San Rocco, i timori per una possibile speculazione edilizia avevano acceso la discussione in Consiglio comunale, dove in tanti si erano battuti per avere garanzie che ciò che si stava per realizzare fosse veramente destinato a rilanciare la cittadina costiera e non un semplice insediamento residenziale vista mare. «Si tratta di appartamenti con caratteristiche per un uso turistico. Non mi pare una speculazione edilizia», aveva commentato due anni fa Lorenzo Gasperini, ex sindaco ed ex assessore all’Urbanistica.

Ben diversa l'opinione di un altro ex primo cittadino, Sergio Milo, che a metà degli anni ’90 aveva rallentato diversi progetti lungo la costa muggesana. «La nostra paura era che si potesse ripetere, su larga scala, quanto già accaduto con un villaggio turistico realizzato anni addietro sopra Punta Sottile – aveva spiegato Milo – Per quanto riguarda Porto San Rocco mi pare si sia verificato proprio uno dei rischi che avevamo previsto, anche se gli atti relativi a quel progetto non sono stati firmati dalla mia giunta».

L’attuale amministrazione comunale si ritiene danneggiata dall’abuso anche perché gli appartamenti costruiti su terreni destinati al turismo non rientrano negli standard di misurazione per i servizi, che quindi il Comune non può calcolare: dai posti per gli asili alle strade, fino alla raccolta dei rifiuti.

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