Porto di Trieste, Consalvo incassa il sì al Senato. Mercoledì il via libera della Camera

Il futuro presidente dell’Autorità portuale si avvia a chiudere il percorso parlamentare. Poi servirà solo il decreto ministeriale ma altre liti nel centrodestra allungano i tempi

Diego D'Amelio
Marco Consalvo
Marco Consalvo

Audizione e voto al Senato nello stesso giorno per Marco Consalvo, che ha ottenuto il via libera della commissione Trasporti di Palazzo Madama con 13 voti favorevoli e 4 astensioni. Per il presidente in pectore dell’Autorità portuale di Trieste e Monfalcone manca ora il parere della commissione Trasporti della Camera, che si esprimerà mercoledì dopo aver audito il manager la settimana scorsa. A quel punto servirà solo il decreto di nomina del ministero, che ha però nuovamente rallentato sulle firme per l’insediamento dei numeri uno delle varie Adsp, a causa di nuovi dissidi nella maggioranza legati alla designazione dei segretari generali.

Sblocco di Servola, extradoganalità e più competizione: le linee di Consalvo per il Porto di Trieste
Marco Consalvo

Consalvo ha ripercorso quanto già detto alla Camera: dall’importanza del sistema portuale per il Nordest e l’Europa alla compatibilità fra il proprio curriculum e la gestione dell’Adsp, dalla rilevanza del corridoio commerciale Imec ai vantaggi competitivi dello scalo: alti fondali, ferrovia, digitalizzazione, presenza dell’oledotto e possibile regime extradoganale.

Ma il nodo sollevato è ancora una volta quello degli investimenti, «fondamentali per l’ammodernamento delle infrastrutture portuali. I fondi scadono nel 2026 e bisognerà vedere dunque come fare». Riferimento alla necessità che il Mit consenta il posticipo delle scadenze per arrivare alla consegna e al collaudo delle opere, dal Molo VII allo sviluppo di Servola, senza dimenticare le Noghere e l’ex Aquila, nonché lo sviluppo di Monfalcone. Sullo scalo isontino, Consalvo ha ricordato gli investimenti che «entro il 2027 faranno passare il tonnellaggio da 3,5 a 5 milioni di tonnellate grazie ad ampliamento della banchina e connettività ferroviaria».

Non mancano gli annunci, come l’intenzione di far diventare Trieste «il primo porto green del Mediterraneo», la volontà di esaminare l’impatto delle crociere su Trieste e l’intenzione di capire «se le società partecipate sono funzionali agli interessi dell’Adsp».

Poi il voto della commissione. Non solo quello della maggioranza, ma pure del Pd che con la senatrice Tatjana Rojc evidenzia come «dopo oltre 500 giorni senza presidente, la nomina sarà un punto di partenza importante». E qui si torna ai tempi d’insediamento. Il ministro Matteo Salvini aveva promesso tre nomine a settimana, ma l’impegno è stato mantenuto solo per la prima settimana. Poi si sono perse le tracce dei decreti, nonostante i candidati siano stati votati in commissione.

Accade perché nel porto di Genova il presidente Matteo Paroli ha nominato segretario generale Tito Vespasiani invece di un profilo gradito a FdI. E come consuetudine il dissidio nel centrodestra ha di nuovo incagliato il percorso di chi è passato in commissione. Da oggi in fila potrebbe finire anche Consalvo. —

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